L’Italia in festa per la vittoria della Nazionale alle semifinali europee contro la Spagna, il gran finale (dopo nove anni) ora a Wembley contro Inghilterra o Danimarca. Ma è stata dura, e il ct Roberto Mancini non lo nasconde: "Abbiamo sofferto il possesso palla della Spagna, ma volevamo fortissimamente la finale e ce l'abbiamo fatta. Quando si gioca un mondiale o un europeo così intenso c'è anche la partita che devi soffrire per vincere, non può mica andare tutto liscio e infatti questa è stata durissima".

"Io lo sapevo - dice ancora Mancini - è stata dura, ma aver vinto questa partita è stato merito dei ragazzi. Ora siamo felici, all'inizio quasi nessuno ci credeva e ora questa vittoria la dedichiamo a tutti gli italiani, anche per quello che hanno passato. Siamo felici, ringrazio i ragazzi per aver creato qualcosa di bello. Non abbiamo fatto ancora tutto: ora recuperiamo le forze, è stata durissima. Lo sapevo, sarebbe stata la più dura del torneo. E' la sesta, sarebbe stata stancante, ma volevamo la finale".

"I giocatori volevano fare qualcosa di diverso, qualcosa che piacesse e finora ci sono riusciti - continua Mancini -. Del resto, le cose difficili sono quelle più belle da fare. Siamo felici, ma bisogna aspettare. La Spagna è veramente una grande squadra, ci ha messo in difficoltà, perché ci ha tolto il possesso palla e veniva a pressarci. Ma siamo riusciti a fare ciò che potevamo. Credo sia stata una bella partita".

"Pensavamo, e ci siamo riusciti, a cucire di più il gioco - conclude -. Volevamo mandar dentro Chiesa e Berardi: Ciro ha corso come un matto, non era così semplice contro la Spagna ma lo sapevamo. Sapevamo che poteva andare così, eravamo pronti a soffrire".

Euforico anche Federico Chiesa: "La notte più bella della mia carriera - dice -, giocare per sessanta milioni di italiani è un sogno bellissimo. Non ci avrei mai pensato. Sono orgoglioso di aver riprodotto un gol che faceva spesso mio padre. Il premio di 'Man of the Match' lo dedico a Spinazzola, anzi gli dedico la vittoria perché qui ci avrebbe dato una grande mano. Abbiamo giocato per lui, speriamo di regalargli gioia in finale".

FESTA NELLE PIAZZE – Quasi tre ore di sofferenza nelle principali piazze italiane poi l’esplosione della gioia e della festa. 

A Cagliari migliaia di persone sono accorse in piazza Yenne, sventolando il tricolore. Tra le aree dedicate ai supporter, quella a Roma in piazza del Popolo - tra le più grandi d'Europa - è stata accessibile solo tramite prenotazione almeno tre ore prima, con una capienza massima consentita di 2.500 posti e altri mille ai Fori Imperiali. A Milano, invece, per vedere la partita sui maxischermi si sono organizzati centri privati per i quali era comunque necessario riservare il posto mentre il Comune - per evitare caos e gruppi troppo numerosi di tifosi - non ha allestito spazi specifici. A Napoli, città dal tifo caldo per eccellenza, sono state allestite aree per i supporter in piazza, in centro storico e fuori dai bar di tutti i quartieri. A Torino i cori da stadio hanno riecheggiato al Mirafiori Motor Village, e le bandiere tornano a sventolare anche ad Alessandria, proprio dove fu issato per la prima volta il Tricolore italiano. 

(Unioneonline/D)

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