Stavolta abbiamo avuto davvero paura di non farcela ma possiamo dirlo: tra le 24 partecipanti a Euro 2020 siamo gli unici sicuri della finale. L’Italia l’ha conquistata per la quarta volta nella sua storia, con un sofferenza pari a quella del 2000, quando l’Olanda fu superata in semifinale soltanto ai calci di rigore, dopo aver resistito a un lungo assedio. Ieri è stata la Spagna a imporre per lunghi tratti il proprio gioco e la superiorità sugli azzurri privi di Spinazzola (la sua assenza si è fatta sentire) è stata talmente evidente che, quando Morata ha pareggiato il vantaggio di Chiesa, forse più di un giocatore ha temuto che riprendersi quel vantaggio sarebbe stato un grosso problema.

C’è voluta la capacità di resistere, di soffrire, anche capendo che non era la serata migliore (anzi, la meno brillante fra quelle giocate sinora), per trascinare l’ottima Spagna ai rigori. E lì la fortuna, quella che aveva fatto cadere la monetina dalla parte “giusta” nella semifinale di Napoli 1968 con l’Unione Sovietica, ci ha sorriso di nuovo. E, per rendere più romanzesco il tutto, ha deciso che Donnarumma parasse proprio a Morata il rigore più importante e che fosse Jorginho - l’uomo che Luis Enrique aveva soffocato con la propria marcatura per bloccare la fonte del gioco azzurro - a mettere in rete il pallone decisivo.

Stasera ci godremo in poltrona l’altra semifinale: Inghilterra e Danimarca inseguono la propria favola. Li aspettiamo in finale, vinca il migliore.

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