Impegno sociale, politico e culturale sono gli elementi che a Lugano hanno caratterizzato il sesto congresso della Federazione dei circoli sardi in Svizzera. E non a caso il tema centrale era “Il futuro è adesso. Emigrazione sarda nel mondo fra continuità e nuove sfide”. Un’occasione d’incontro per i rappresentanti dei vari circoli sul territorio e per esporre tematiche fondamentali per il mondo dell’emigrazione sarda organizzata.

«L’alta considerazione di cui gode la comunità sarda in Svizzera è indubbia – sottolinea Nando Ceruso, addetto stampa della Federazione -, anche in ragione del contributo che ha dato nei processi di costruzione delle grandi opere, nelle fabbriche e più in generale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Le rappresentanze politiche svizzere non hanno mancato di evidenziare tali aspetti, citando ad esempio la laboriosità dei sardi e la loro capacità di inserimento e di partecipazione attiva alla vita sociale e culturale del territorio».

Attualmente i sardi in Svizzera sono circa 40mila, «tutti egregiamente integrati nel tessuto sociale, lavorativo e politico del Paese».

Fra gli ospiti, il Presidente del Governo Cantonale Raffaele Derosa, il consigliere nazionale Fabio Regazzi e il Capo-dicastero sviluppo del territorio di Lugano Filippo Lombardi in veste di rappresentante della città, sul versante italiano invece i parlamentari Pietro Pittalis, Toni Ricciardi, Silvio Lai e, in rappresentanza dell’assessore del lavoro, Antonio Picci, la consigliera regionale Maria Laura Orrù, e per il Console Generale d’Italia in Lugano, Gabriele Meucci.

«In fase congressuale – aggiunge Ceruso - anche la parte culturale ha avuto una parte importante attraverso i qualificati  interventi del professor Sergio Sotgiu – docente e saggista - che ha proposto una articolata quanto interessante relazione sulla globalizzazione oggi, opportunità e criticità, e il dottor Aldo Aledda - esperto di temi sull’emigrazione - che si è soffermato sulle problematiche relative al mondo dell’emigrazione e dell’associazionismo sardo fuori dai confini regionali; alla risorsa che essa rappresenta in termini culturali, economici, sociali e politici per la Regione Sardegna. Una risorsa tutta da valorizzare, soprattutto da non perdere».

Alcuni partecipanti (foto concessa)
Alcuni partecipanti (foto concessa)
Alcuni partecipanti (foto concessa)

IL DOCUMENTO – Nella risoluzione finale vengono sottolineati alcuni elementi su cui i diversi relatori si sono soffermati. Fra questi, la necessità di un adeguamento delle politiche dei trasporti e delle strutture di collegamento da e per la Sardegna, «rendendo possibile un’estensione territoriale che, risolvendo il problema dell’insularità, ponga realmente l’Isola in condizioni di competitività e parità con le altre regioni di Italia ed Europa»; la realizzazione della «conclamata  riforma del sistema sanitario sardo, al fine di evitare che il mondo dell’emigrazione incontri eccessive difficoltà o ritenga non sufficientemente attrattiva qualsiasi politica di rientro, anche temporaneo, dei sardi residenti fuori dell’Isola»; l’adozione di adeguate politiche di esenzioni fiscali «che rendano attrattivo il rientro in Sardegna di pensionati esteri, in ultima analisi a favore del sistema economico sardo»; una più efficace e aggiornata politica di sostegno all’associazionismo sardo nel mondo, «anche attraverso nuovi strumenti normativi, in modo che la sua prestazione volontaria non trovi limitazioni nei meccanismi amministrativi interni e negli squilibri degli stanziamenti finanziari».

LA RISOLUZIONE FINALE – In definitiva, quello che gli emigrati ritengono necessario è la riforma della legislazione in materia attualmente vigente; il miglioramento delle condizioni socio-economiche dell’Isola «così da renderla in generale più attrattiva per un mondo che si muove globalmente e in particolare per i sardi soprattutto giovani che intendano realizzare progetti di vita e di lavoro in Sardegna»; una maggiore centralità del ruolo dell’emigrazione sarda in Svizzera «in funzione di ponte tra le due realtà economiche di reciproco interesse».

LA REGIONE –  Durante il convegno, i rappresentanti della Regione hanno annunciato l'iniziativa dell'assessore Ada Lai di aumentare i fondi destinati all'emigrazione per quest'anno (altri 2 milioni di euro), finalizzati a favorire il ricambio generazionale. Una proposta che, è stato sottolineato, deve essere ancora approvata ma rappresenta un passo importante. Inoltre fra i punti d’incontro è emersa la necessità di una revisione della legge 7/91, relativa al modo in cui la Regione regola i rapporti con il mondo dell’emigrazione, che ora – secondo i funzionari – rappresenta una delle cause della burocrazia lamentata dalle associazioni.

IL NUOVO DIRETTIVO – I componenti del nuovo consiglio nazionale che sono stati eletti durante il convegno sono:

per il circolo “Coghinas” di Bodio: Pietro Fadda e Annino Carboni;

per l’Associazione Regionale Sarda di Ginevra: Lorenzina Zuddas e Franco Farci;

per il circolo sardo “Nuraghe” di Losanna: Josiane Masala e Luigi Masia;

per il circolo sardo “Forza Paris” di Sarnen/Lucerna: Antonio Mura e Gino Piras;

per l’Unione Emigrati Sardi “Efisio Racis” di Zurigo: Andrea Basoli, Domenico Scala e Antonella Corrias.

Revisori dei conti sono Salvatore Marras (circolo di Ginevra), Giovanni Pinna (circolo di Zurigo) ed Efisio Prasciolu (circolo di Lucerna). Probiviri: Nando Ceruso (circolo di Bodio), Antonio Masala (circolo di Losanna) e Renzo Scanu (circolo di Zurigo).

Gli incarichi di presidente, vicepresidente, tesoriere, segretario e vice segretario verranno invece stabiliti in occasione della convocazione del 12 novembre nella sede del circolo di Zurigo.

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