Un'altra giornata sull'ottovolante per chi segue le complicate trattative Pd-M5S per dare vita a un nuovo governo Conte.

Oggi il premier incaricato con due mosse ha provato a sciogliere i primi nodi: prima il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi il vertice di tre ore con le delegazioni di Pd e Movimento 5 Stelle.

Conte prova ad imprimere un'accelerazione per ultimare in tempi brevi l'intesa, cui ieri ha dato un colpo quasi da ko Luigi Di Maio.

È proprio il leader pentastellato il principale ostacolo. Se un anno fa voleva fare il premier, e appena si fece da parte indicando Conte cominciò la stesura del contratto di governo tra Lega e M5S, questa volta Di Maio vuole fare il vicepremier. E così ha insabbiato la trattativa, ancor di più dopo gli ultimatum di ieri che hanno irritato non poco i dem.

Ma sarà Conte in prima persona questa volta ad occuparsi della vicenda. Neanche lui ha accolto bene l'intervento di ieri di Di Maio, tanto che questa mattina, quando è salito al Quirinale rinviando di oltre due ore il vertice con i partiti, ha pensato anche ad una clamorosa rinuncia.

L'ACCELERAZIONE DEL PREMIER - La strategia messa in campo al termine dell'incontro con Mattarella è quella di imprimere un'accelerazione decisiva alla formazione del governo, anche per mettere il più possibile alle strette sia il M5S che il Pd.

Conte si è preso 24 ore di tempo per poi fare una sintesi entro la giornata di lunedì. Quanto al nodo vicepremier, cercherà di scioglierlo in un vertice a tre con Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, che potrebbe tenersi già domenica.

Un'accelerazione che porta ad anticipare anche il voto su Rousseau, che dovrebbe tenersi tra martedì e mercoledì. Voto su cui il Movimento punta molto per ricompattare la base.

"Passi avanti" sul programma sono stati fatti nel corso dell'incontro del premier incaricato con le delegazioni. "Abbiamo ottenuto: basta nuovi inceneritori, stop a nuove concessioni sulle trivelle, revisione delle concessioni autostradali, taglio dei parlamentari nel primo calendario utile alla Camera, lotta all'immigrazione clandestina, alla criminalità e all'evasione fiscale", fanno sapere i 5S.

E di "passi avanti" parla anche il Pd, che però avvisa: "C'è ancora bisogno di un segnale politico dai 5S". In soldoni, Di Maio deve rinunciare a fare il vicepremier, dato che M5S già esprime il presidente del Consiglio. "Ora Conte deve portare al Colle nel più breve tempo possibile una squadra di governo che sia realmente di qualità", dichiara il capogruppo Andrea Marcucci.

Insomma, passi avanti sul programma, non sulla squadra, a quanto pare.

LEU: "CI SIAMO ANCHE NOI" - E mentre i protagonisti trattano tra veti, ultimatum, controveti e rilanci, si affacciano anche i comprimari. Che sono decisivi, pur se in numero esiguo, per la sopravvivenza del governo al Senato.

"Le interlocuzioni sul programma sono esclusivamente tra Pd e M5S, evidentemente l'intenzione è fare da soli. Sia al governo sia al Senato. Auguri", dichiara Pietro Grasso. A stretto giro di posta risponde Palazzo Chigi, facendo sapere che "ha ricevuto da LeU un documento con i loro contributi programmatici". Documento "distribuito alle delegazioni Pd e M5S". Inoltre, "ci sono già stati contatti telefonici e presto ci saranno anche incontri".

"AL VOTO, AL VOTO" - Nel centrodestra Matteo Salvini attacca il "governo truffa" e si appella al Capo dello Stato: "Presidente Mattarella basta, metta fine a questo vergognoso mercato delle poltrone, convochi le elezioni e restituisca la parola e la dignità agli italiani".

"Conte dimostri che i complimenti ricevuti di politico serio e rispettoso delle istituzioni sono meritati. Prenda atto che non ci sono le condizioni per formare un governo e rimetta l'incarico nelle mani del Presidente Mattarella", gli fa eco Giorgia Meloni.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata