Torna a decollare la trattativa tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico per la formazione della nuova maggioranza giallorossa. Tutto si gioca nelle prossime ore: entro martedì prossimo, al più tardi mercoledì, il premier incaricato Giuseppe Conte punta a "fare la sintesi" e a portare al Colle il documento programmatico e la lista dei ministri del suo governo.

"Le cose stanno andando bene - ha detto Conte intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana -. Sto lavorando al programma. Il tema dei ministri adesso non è la massima premura, in questo momento è il programma. E definendo le linee strategiche chiederò indicazioni in modo da consentirmi di scegliere la migliore squadra".

"BASTA COL PASSATO" - "Sono convinto assolutamente - ha proseguito - che tutti sono disponibili ad accantonare il passato e a concentrarsi su questo importante progetto che riguarda l'intero Paese". Discontinuità, ha detto, significa "aprire un'ampia stagione riformatrice per il Paese, mettere in primo piano una visione del Paese di economia sostenibile, economia circolare. Fare cose non stratosferiche e farle con la massima determinazione. È la più grande sfida".

Poi la presa di distanza dai Cinquestelle: "Non sono iscritto al Movimento 5 stelle, non partecipo alle riunioni del Gruppo dirigente politico, non ho mai incontrato i Gruppi parlamentari. Quindi definirmi dei Cinquestelle mi sembra una formula inappropriata. Rimane però il dato che c'è molta vicinanza, li conosco da tempo, lavoro con il Movimento 5 stelle molto bene. Alle ultime elezioni ho votato Cinquestelle perché ero stato indicato come ministro".

Giuseppe Conte (Ansa)
Giuseppe Conte (Ansa)
Giuseppe Conte (Ansa)

I VICEPREMIER - Sul nodo principale, quello dei vicepremier, Dario Franceschini riprende i toni con cui Beppe Grillo ha benedetto l'alleanza e lancia la sua proposta: "Per riuscire ad andare avanti cominciamo a eliminare entrambi i posti da vicepremier".

D'accordo il vicesegretario Pd Andrea Orlando (con Franceschini tra i più papabili sulla poltrona di vicepremier), l'ex premier Paolo Gentiloni e il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci, che lo ritwittano.

E in serata arriva anche l'endorsement di Nicola Zingaretti, che definisce la proposta "un altro contributo del Pd per sbloccare la situazione e aiutare il Governo a decollare". "Lo so che è difficile - dice il segretario in un video su Facebook - ma stiamo facendo di tutto per dare a questo paese un nuovo governo".

"PASSI AVANTI" - Gli incontri al Quirinale e a Palazzo Chigi con i capigruppo hanno ammorbidito le posizioni M5s-Pd, dopo il polverone che si era sollevato quando Luigi Di Maio ha presentato a Conte i venti punti "imprescindibili" del programma.

Sul programma i Cinque Stelle l'hanno spuntata sul taglio dei parlamentari, lo stop agli inceneritori e la revisione delle concessioni autostradali. Non meno importanti i punti ottenuti dal Pd: taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e nuova legge sull'immigrazione, che superi i decreti sicurezza che tanto non piacciono ai democratici.

I TEMPI - Decisivi ora saranno il vertice, ancora non annunciato e nemmeno in agenda, fra Zingaretti e Di Maio e il voto della base pentastellata su Rousseau, che potrebbe essere fissato per domani o martedì. Dopo gli ultimi colloqui, Conte potrebbe sciogliere la riserva e presentare al Colle la lista dei ministri martedì o mercoledì. Il governo potrebbe giurare il giorno stesso.

(Unioneonline/D)
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