Garlasco, i dubbi sullo scontrino di Andrea Sempio. Lui ribadisce: «L’ho preso io»
Il tagliando che proverebbe la sua presenza a Vigevano quando fu uccisa Chiara fu conservato un anno e poi consegnato agli investigatori. Ora un secondo testimone, dopo il pompiere amico della mamma, dice che non era suoAndrea Sempio (Ansa)
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Spunta un nuovo testimone nella lunga storia giudiziaria dell'omicidio di Chiara Poggi.
Da quanto è trapelato e riportato da alcune testate, una persona, non si sa quando, si è presentata negli uffici della caserma di via Moscova per smontare, pure lui, l'alibi di Sempio (cosa già fatta da Antonio, il vigile del fuoco amico della mamma di Sempio): il biglietto del posteggio di Vigevano, datato 13 agosto 2007, conservato da Sempio e fornito un anno dopo l'omicidio, non è suo. L’uomo avrebbe raccontato di sapere con certezza che quel tagliando fu consegnato a Sempio da un’altra persona. Di conseguenza, non sarebbe stato lui, la mattina del 13 agosto 2007 alle 10:18, a ritirare dal parchimetro il biglietto da un euro che avrebbe dovuto provare la sua presenza in città e non a Garlasco.
Sempio, ancora oggi, ha ripetuto che lo scontrino l'aveva preso lui. «Sì certo», ha detto, intervistato da Chi l'ha visto? «Sarebbe stata una cosa migliore, se avesse destato sospetti all'epoca in modo che le autorità si mettessero a ricercare nelle telecamere della piazza di Vigevano se effettivamente c'era una ripresa di me quella mattina. Forse - ha aggiunto il 37enne ora indagato in concorso per l'omicidio avvenuto il 13 agosto 2007 - sarebbe stato meglio per me se avesse destato più interesse in quel momento. A parte che lo scontrino me lo hanno chiesto un anno dopo e di video non ce ne erano più».
«Quandanche fosse un alibi, è un mero indizio e non una prova - ha spiegato oggi il suo legale Liborio Cataliotti -. Quindi che valore probatorio vogliamo dare a tutto questo bailamme? Nella migliore delle ipotesi, dal punto di vista dell'accusa, pochissimo». L'avvocato che con Angela Taccia assiste Sempio ha poi aggiunto: «L'esperienza mi insegna che talvolta, quando trasudano mediaticamente notizie riservate» questa «è una scelta di chi dispone dell'atto segreto per misurare le reazioni, che qui non ci sono».
(Unioneonline)