Sorso, uccise la compagna e portò via le figlie: al via il processo d’appello per Fadda
Il 47enne, un anno fa, è stato condannato in primo grado all'ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazioneAl via in Corte d'assise d'appello a Sassari il processo di secondo grado contro Francesco Douglas Fadda, il 47enne di Sorso condannato all'ergastolo il 15 marzo scorso per il femminicidio della compagna 41enne di origine ceca Zdenka Krejcikova, morta dopo essere stata ferita con un coltello in un bar di Sorso il 15 febbraio 2020.
Fadda, assistito dall'avvocato Lorenzo Galisai, in apertura dell'udienza ha dichiarato di non voler essere ripreso da fotocamere e telecamere e ha chiesto alla corte di allontanare i giornalisti dall'aula: «Sono stato maltrattato dalla stampa», ha detto.
La Corte, presieduta dal giudice Salvatore Marinaro, ha rigettato la richiesta: «L'udienza è pubblica ed è giusto garantire il diritto di cronaca», ha spiegato il presidente.
Quindi si è proceduto alla lettura della relazione della Corte sui fatti. Nelle prossime udienze ci saranno gli interventi della Procura generale, degli avvocati di parte civile, Teresa Pes (per la mamma della vittima) e Pietro Diaz (per le figlie 13enni della donna uccisa) e della difesa.
In primo grado il Tribunale di Sassari aveva condannato Fadda per omicidio volontario aggravato da premeditazione, commesso con crudeltà nei confronti di una persona alla quale l'autore era legato da una relazione, nonché di resistenza, tortura, porto abusivo di coltello e sequestro di persona.
Secondo gli inquirenti sabato 15 febbraio 2020 Zdenka Krejcikova, dopo un litigio col compagno, era scappata dalla casa di via Tiziano per rifugiarsi nel bar sotto casa, dove lui l'aveva raggiunta e ferita con un coltello da cucina per poi caricarla in auto assieme alle figlie e scappare fino a Ossi, abbandonandola agonizzante in un appartamento di via Spinoza, vicino alla guardia medica. La vittima era stata soccorsa su un'ambulanza, ma i tentativi di salvarle la vita erano stati vani.
Fadda si è sempre dichiarato innocente, sostenendo che la compagna si fosse ferita da sola scivolando e cadendo sul coltello che lei stessa impugnava.
(Unioneonline/D)