Restano ricoverati nel reparto Rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Sassari i due coniugi ridotti in fin di vita dal figlio, ieri, a Santa Maria Coghinas.

Sottoposti entrambi a interventi chirurgici, hanno superato la nottata ma restano in condizioni critiche: il 68enne Giuseppe Picci è molto grave, mentre le condizioni della moglie, Maria Giovanna Drago, destano meno preoccupazione.

L'uomo è stato trafitto alla gola e al cranio da una fiocina sparata dal figlio, Alberto Picci, con un fucile da sub. Ieri sera i chirurghi hanno estratto la fiocina con un intervento delicatissimo, durato ore.

La donna era stata operata già ieri mattina per le ferite alla testa infilittele, sempre dal figlio, con un forchettone da cucina.

LE INDAGINI – Alberto Picci, arrestato ieri all'alba dai carabinieri della Compagnia di Valledoria, si trova ora rinchiuso nel carcere di San Sebastiano dove già oggi, assistito dall'avvocato Tania Decortes, potrebbe comparire davanti al gip per la convalida dell'arresto.

Il sostituto procuratore Angelo Beccu, titolare dell'inchiesta, lo accusa di duplice tentato omicidio aggravato.

IL “RAPTUS” – Ieri l'aggressore prima agli inquirenti, poi al suo legale, ha rilasciato pochissime dichiarazioni. Ancora in stato confusionale, ha chiesto come stessero i suoi genitori e ha raccontato di essersi svegliato in piena notte dopo aver sentito dei rumori.

Sull'aggressione ai genitori, che gli investigatori al momento reputano sia stato un “raptus” innescato da cause ancora da chiarire, Alberto Picci ha detto di non ricordare nulla. 

(Unioneonline/v.l.)

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