Funerali di Cinzia Pinna, Castelsardo avvolta nel dolore: «Preghiamo per la giustizia e un sincero pentimento»
Cattedrale di Sant’Antonio Abate piena, folla anche all’esterno per l’addio alla trentatreenne uccisa da Emanuele RagneddaVideo di Gloria Calvi
La cattedrale di Sant’Antonio Abate di Castelsardo è gremita. Fuori tanta gente. Nessuno parla, dentro e fuori le mura, lungo la scalinata e nel terrapieno a picco sul mare davanti alla chiesa.
Arriva la bara di Cinzia Pinna. Dietro, la sua famiglia. Il padre Renato, la mamma Diana e la sorella Carlotta, che hanno vissuto l’ansia della scomparsa dopo l’11 settembre e poi l’atroce dolore alla scoperta del delitto, quando hanno saputo che la loro ragazza era stata uccisa, e il suo corpo nascosto, da Emanuele Ragnedda, nel terreno di Conca Entosa, tra Arzachena e Palau. Un omicidio che, per ciò che è successo nei giorni successivi, presenta ancora dei punti oscuri.
Ma oggi non c’è spazio per i punti interrogativi. Il silenzio nel pomeriggio di Castelsardo è rotto dal suggestivo ingresso in chiesa della confraternita di Santa Croce, dal coro che intona il canto funebre. E dal vento. Quindi la cerimonia funebre, celebrata da don Pietro Denicu, parroco di Castelsardo, con don Paolo Pala, parroco di Palau, e don Santino Cimino, originario di Castelsardo e ora parroco di Cannigione.
Nell’omelia di don Denicu l’appello alla giustizia per Cinzia Pinna, la vicinanza ai familiari devastati dal dolore, ma anche una preghiera per la redenzione e il pentimento sincero da parte del carnefice. E un appello a tutti i giovani a perseguire la luce, la vita, a non inseguire i mercanti di morte.
«Facciamo tacere le nostre parole, i nostri giudizi, questa è l’ora della preghiera, dell’affidamento della misericordia», ha detto il sacerdote.
Una vicenda che ha ferito tre comunità, quelle di Castelsardo, Palau e Castelsardo – rappresentate dai tre sindaci - ma anche tutta la Sardegna.