Nuragus, morta dopo il rifiuto delle cure: esposto del sindaco in Procura
Il primo cittadino presenta una denuncia: «Serve fare chiarezza sulle cause del decesso»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A pochi giorni dalla scomparsa di Diana Zanin, la commerciante di Nuragus stroncata da un tumore, il sindaco Giovanni Daga torna a rivolgersi alla Procura.
Nel secondo esposto, inviato oggi, Daga chiede che vengano chiarite le condizioni in cui la donna, 50 anni, viveva prima del decesso, riportando – con cautela – una serie di testimonianze raccolte in paese.
Il primo documento, invece, era stato inviato a luglio, quando la donna era ancora in vita. Ora, spiega il primo cittadino, «ritengo doveroso, per il ruolo istituzionale ricoperto, sottoporre nuovamente all’attenzione della Procura alcuni elementi segnalati da terzi e che appaiono meritevoli di valutazione».
Nel testo, Daga precisa di non voler attribuire responsabilità. «Non intendo formulare alcuna accusa, né rivolgere ad alcuno addebiti. Mi limito esclusivamente a riportare circostanze riferite da cittadini e conoscenti di Diana Zanin, delle quali non posso verificare l’attendibilità».
Nel primo punto dell’esposto, il sindaco riferisce quanto raccolto «da privati cittadini». Alcune persone avrebbero raccontato che la donna, da mesi, seguiva «un regime alimentare estremamente restrittivo». Secondo queste testimonianze, Diana Zanin, che aveva alle spalle un storia familiare di sofferenza e fragilità, avrebbe progressivamente ridotto l’assunzione di cibo, sostituendolo con «miscele liquide o beveroni», non però consigliati dai medici. Qualcuno – racconta ancora il primo cittadino – avrebbe anche ipotizzato la presenza di «sostanze non idonee ai fabbisogni nutrizionali, come quantitativi di cloro».
Segnalazioni analoghe, riporta ancora l’esposto, riguarderebbero anche l’anziana madre della donna. Però – va sottolineato – nessuna di queste circostanze risulta al momento verificata.
Daga riporta inoltre segnalazioni relative a possibili pressioni psicologiche esercitate su Zanin, che avrebbero potuto influire sulle sue scelte di vita o sulle eventuali cure mediche.
«Non è dato sapere se tali circostanze siano vere, distorte o infondate: per questo motivo le trasmetto a chi ha gli strumenti per verificarle con rigore», precisa il sindaco.
Il terzo punto, invece, riguarda ipotesi, riferite sempre da altri cittadini, su possibili interessi economici legati ai beni della donna. Daga ribadisce di non poter svolgere alcuna verifica e di limitarsi a una segnalazione «qualora ritenuta rilevante dall’Autorità giudiziaria».
Insomma, considerata l’impossibilità del Comune di svolgere accertamenti investigativi, il sindaco chiede formalmente alla Procura di valutare l’avvio di «accertamenti preliminari sulle circostanze che hanno preceduto il decesso» e di disporre, se ritenuto opportuno, esami medico-legali «inclusa l’eventuale autopsia», prima di eventuali procedure di cremazione.
«Il mio intento non è quello di indirizzare conclusioni – sottolinea Daga in chiusura – ma di attivare un percorso di verifica a tutela della collettività e nel rispetto delle funzioni istituzionali attribuite al sindaco».
