La storia di Pallino, il primo cane “medico” all’Unipol Domus: «L’angelo custode dei più fragili»
Il suo ingresso allo stadio per Cagliari-Monza grazie a un’autorizzazione speciale. Dopo anni di addestramento, fiuta le crisi epilettiche e chiama i soccorsiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È entrato all’Unipol Domus con la sua pettorina di servizio e il logo del club rossoblù trapuntato sulla “divisa”. Sul fianco la scritta “therapy dog” e al collo un simpatico foulard con i colori della squadra in campo, come «un vero tifoso». L’occasione è stata la partita Cagliari-Monza, quando Pallino – un American Staffordshire terrier – ha fatto il suo ingresso ufficiale allo stadio per accompagnare una persona con disabilità, pronto a prestargli assistenza se necessario. «È la prima volta in Italia che un cane della sua razza entra in un impianto sportivo del genere», racconta il proprietario, Christian Figus, dell’allevamento Elite Edition Amstaf di Carbonia. Un traguardo che è sia nazionale che locale, considerando che il regolamento dello stadio vieta l’ingresso ai cani, indipendentemente dalla loro taglia. «Ma lui è speciale», spiega Figus. «È un cane assistenza, quindi con un addestramento specifico e certificato, e per avere l’autorizzazione per lo stadio abbiamo dovuto attendere due anni. Finalmente abbiamo ricevuto i documenti dal ministero della Salute, che attestano che il cane può entrare e presenziare alle partite per accompagnare persone con disabilità e problemi di salute».
E non fatevi ingannare dalla sua stazza e dal suo muso tozzo e deciso: «Quando lavora è un vero angelo custode, è amorevole con le persone che segue e dispensa feste e affetto a tutti». Per i tifosi, che ieri certo non si aspettavano di trovarlo in prima linea nel settore Distinti, è stata una sorpresa. Come ha spiegato il proprietario, «lo hanno accolto con gioia e circondato da amore e coccole. Lui era felicissimo, ha un’indole buona e sa gestire situazioni che metterebbero in difficoltà altri cani, della stessa o altre razze». Insieme a Pallino, c’era anche il coadiutore Stefania Gambacorta, che ha seguito il cane con attenzione durante tutta la partita.
Questo risultato, però, è frutto di un percorso iniziato anni fa, quando Pallino ha fatto il suo ingresso per la prima volta in un impianto sportivo. «Per abituarlo a un ambiente così affollato e rumoroso, con fuochi d'artificio e imprevisti, lo abbiamo portato allo stadio di Carbonia. Ogni settimana, allenamento dopo allenamento, ha preso confidenza con l'ambiente, tanto che ora non ha più paura neanche dei botti», racconta Figus. «Anzi, un dettaglio che sorprende sempre chi non lo conosce è che, a differenza di altri cani, Pallino si diverte durante i fuochi d'artificio e li osserva tranquillamente. Ma questo è un risultato che non si ottiene con tutti i cani, anche se sono ben addestrati. Pallino è uno su mille, ha una predisposizione naturale per questo tipo di lavoro».
In squadra con l’amstaff ci sono anche altri cani. «Alcuni sono specializzati nell’allerta diabete e altri, come in questo caso, sono in grado di riconoscere l'inizio di una crisi epilettica. Pallino riesce a percepirla circa dieci secondi prima che accada, attivandosi per prestare assistenza e chiamare immediatamente i soccorsi».
Su questa razza circolano molti falsi miti e pregiudizi: «Ci dicono che sono pericolosi e non affidabili, ma molto dipende dall'addestramento e da come un cane è stato cresciuto», conclude Figus.