Oggi insieme ai tanti ragazzini bielorussi che partono per rientrare nel loro Paese dopo un mese di soggiorno in Sardegna c’è anche Amina.

Sedici anni, originaria di Minsk, da ormai 8 anni è stata "adottata" da una famiglia di Seulo.

Amina è figlia di una ragazza madre ed è cresciuta sola con lei senza mai conoscere il padre.

Quando la centrale di Chernobyl esplose sua madre aveva circa 15 anni e gli effetti del disastro nucleare colpirono anche lei.

I danni sulla sua piccola sono stati inevitabili: Amina da bambina non cresceva.

LA TRISTEZZA NEGLI OCCHI - Per questo motivo è stata "costretta" a partire una volta all’anno in Sardegna. Soggiorni terapeutici, per respirare aria pura, lontano dalle zone contaminate.

"Adesso invece è cresciuta un pochino, la nostra aria le ha fatto bene", assicura Ignazia Lai, nota come Luciana, la mamma adottiva della bimba.

Ma, se fuori le cose sembrano migliorate, dentro il peso è ancora grande.

"A differenza dei ragazzini sardi, nei suoi occhi c'è una grande tristezza", continua Luciana. Aggiungendo:"Quando le chiedo se è felice lei mi risponde solo: 'sei tu che mi vedi triste, ma non è vero'".

Insieme a Maddalena, la sorella adottiva
Insieme a Maddalena, la sorella adottiva
Insieme a Maddalena, la sorella adottiva

Il motivo per cui hanno preso la decisione di accogliere Amina, Luciana e suo marito Marco Murgia non se lo sanno spiegare: "Forse perché eravamo curiosi. Quando le nostre figlie Marta e Maddalena sono diventate grandi, abbiamo visto a Tonara alcuni bambini bielorussi e allora ci siamo detti ‘perché non proviamo anche noi?'"

UNA FAMIGLIA - Forse l'adozione - anche se momentanea – non è qualcosa che tutti riescono a fare, per paura di affezionarsi o per mancanza di possibilità. Rischi che non hanno fermato le intenzioni di Marco e Luciana. Ma adesso una cosa è certa: dopo tutto questo tempo, per loro Amina è diventata come una figlia.

"Qui si riposa, dorme di più e ha più libertà. Adora il nostro cibo soprattutto la carne di capra, la pizza, gli spaghetti e le zucchine", spiega Luciana. "E quando un giorno le abbiamo chiesto 'ma perché ti piace venire a Seulo?', lei ha risposto senza esitazioni: 'Io torno qui perché voi siete la mia famiglia'".

Tatiana Picciau

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