Non luogo a procedere”. È quanto chiesto dal pubblico ministero Emanuele Secci nei confronti dei cinque generali, tutti ex Capi di Stato maggiore, finiti sotto inchiesta con l’ipotesi di disastro colposo nell’ambito dell’indagine sugli effetti di anni di esercitazioni nel poligono di Teulada.

In particolare la Procura ha accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico.

Il pm titolare del fascicolo aveva già chiesto l’archiviazione, ma il Gip Alessandra Tedde gli aveva ordinato l’imputazione coatta.

Oggi, ritenendo comunque di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio, il magistrato della Procura ha chiesto di prosciogliere i cinque generali: Giuseppe Valotto, 76 anni di Venezia; Claudio Graziano, di 69, di Torino, oggi capo del Comitato militare dell'Unione europea; Danilo Errico, anche lui 69enne residente a Torino; Domenico Rossi, 71 anni di Roma, e Sandro Santroni, di 72, di Ancona.

Di diverso avviso le parti civili che hanno rinnovato al giudice Giuseppe Pintori la richiesta di un rinvio a giudizio che dia vita ad un processo, così da stabilire se vi siano responsabilità per il disastro.

L’11 novembre la parola passerà al Ministero della Difesa, chiamato in causa come responsabile civile, poi il 2 novembre spetterà alle difese e il giudice potrebbe pronunciarsi.

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