Per la famiglia di Giancarmine Podda il suo omicidio, avvenuto il 2 aprile di 10 anni fa a Capoterra, non ha ancora un colpevole e in particolare la sorella Francesca non intende lasciare che il delitto venga inghiottito dall'oblio senza che un esecutore venga individuato e condannato.

Per questo, assistita dall'avvocato Sabrina Rondinelli, ha presentato istanza di riapertura delle indagini alla Procura di Cagliari e, insieme, che venga riesumato il cadavere.

"Ad oggi - spiega il legale - chi ha ucciso Giancarmine è a piede libero e noi questo non lo possiamo permettere".

È la notte tra l'uno e il 2 aprile del 2010, quando qualcuno spara al 30enne. Da quanto ricostruito, il killer era arrivato a bordo di un'auto davanti a un circolo, e una volta attirata l'attenzione di Podda, appena uscito dal locale, gli spara dall'abitacolo almeno due colpi di fucile: uno in faccia, l'altro al torace.

Le indagini scattano subito, e sul banco degli imputati finisce un compaesano. Per il gup di Cagliari, però, non è lui l'assassino, tanto che viene assolto "per non aver commesso il fatto", sentenza confermata in appello.

Ma per la famiglia il caso non si può chiudere così e anche se sono passati tanti anni ora chiedono agli inquirenti di approfondire alcuni dettagli, per esempio sulle frequentazioni femminili della vittima e sulla sua ultima settimana di vita.

Giancarmine Podda (Archivio L'Unione Sarda)
Giancarmine Podda (Archivio L'Unione Sarda)
Giancarmine Podda (Archivio L'Unione Sarda)

"La nostra richiesta rivolta al procuratore - spiega l'avvocato Rondinelli - non riguarda tanto quella di indagare sugli stessi fatti già oggetto di indagine, ma abbiamo indicato circostanze nuove, in particolare la posizione di certe persone frequentate da Giancarmine e che non sono state approfondite”.

La pista del regolamento di conti nel campo della droga non ha mai convinto i parenti: "A mio avviso non è affatto quello l'ambito in cui è maturato l'omicidio - prosegue il legale - e uno degli elementi su cui ci siamo concentrati sono proprio i punti del corpo in cui Podda è stato raggiunto dalle fucilate. Prendiamo ad esempio il volto: è un'area strategica che ha un determinato significato in ambito criminologico che indica spesso una pista passionale ed è qualcosa che non può essere sottovalutato". Ancora: "Ci sono le immagini delle videocamere che hanno ripreso l'esterno del locale. Nei filmati alcune persone, ritenute essere lì di passaggio o per un caso o solo per curiosare, potrebbero invece aver avuto un ruolo nella vicenda".

E un nuovo esame dei resti, grazie magari a tecniche che all'epoca non erano disponibili, potrebbe portare a ulteriori novità. "Anche per questo abbiamo chiesto una perizia balistica", nonché che venga ascoltata la fidanzata di Giancarmine di quel periodo.

"Tengo a sottolineare che con la nostra istanza non vogliamo insinuare che le indagini non sono state fatte o sono state fatte male, rimarchiamo però che un omicida è ancora in circolazione e la famiglia Podda non può rimanere indifferente. Per questo è importante che si indaghi in altre direzioni e sotto una nuova luce che l'autorità riterrà di individuare".
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