Dal sogno di quattro fratelli nasce la prima cantina di Mandas. In Trexenta, nel cuore delle colline dorate coltivate a grano, dove le vigne vantano un’antica tradizione, la famiglia Deidda ha inaugurato la cantina Tenute Deidda: quasi quattro ettari di vitigni di qualità e un edificio restaurato in pieno centro storico dove trasformare l’uva in vino.

Nel 2026 le bottiglie sul mercato saranno 5000: segno che la scommessa è vinta. Il sogno di Davide, Claudio, Alessandro e Valeria è diventato realtà.

«Probabilmente quello che stiamo facendo era scritto nel nostro destino - dice Davide, che per una vita ha fatto il meccanico -; nel 2018 nostro padre Mario ci ha lasciati, era lui a coltivare i campi e mandare avanti l’azienda. Noi avevamo altri mestieri e altre passioni, ma in quel momento di sofferenza abbiamo pensato che sarebbe stato bello salvare il suo lavoro e partire dai suoi sacrifici per realizzare qualcosa di ancora più grande».

Nasce in quel momento il sogno della cantina con il marchio Deidda. «Volevamo dare continuità al lavoro di nostro padre e far crescere qualcosa che parlasse di lui e della nostra terra», raccontano i fratelli. Da un punto di vista puramente burocratico il capo-azienda è Davide, 45 anni, il fratello più grande che, prima di passare dal grasso dei motori ai filari delle vigne, ha frequentato con successo un corso di viticoltura ed enologia. Le strategie produttive e commerciali vengono prese in famiglia, tenendo conto delle competenze di ognuno per far crescere l’azienda.

Claudio, 33 anni, architetto, si occupa del design di bottiglie ed etichette. «Nel mondo dell’enologia le caratteristiche estetiche hanno ormai un ruolo fondamentale per quanto riguarda la capacità di narrare storie, evocare emozioni e comunicare i valori più autentici di un’azienda», spiega.

Valeria (40 anni, contabile) e Alessandro (35 anni, geometra) danno una mano come possono sfruttando le loro specifiche competenze professionali che, sinora, si sono rivelate particolarmente utili quando è servito far quadrare i conti o gestire complesse pratiche catastali. 

La “mission” delle Tenute Deidda è unire innovazione e tradizione, tenendo la barra dritta su un percorso rispettoso dei tempi della natura e orientato verso pratiche e metodi eco-sostenibili che sono valsi all’azienda la conquista del prestigioso Oscar Green per la viticoltura. Grandissima la soddisfazione anche per essere arrivati secondi (su 120 cantine) al concorso vitivinicolo Barbagia di Seulo-Sarcidano

A vigilare sulla qualità del prodotto ci sono poi due professionisti esterni: il tecnico Laore Orazio Locci e l’enotecnico Luca Congiu che, passo dopo passo, hanno visto prendere forma il sogno della famiglia Deidda. Le etichette sul mercato per ora sono cinque: il rosato Cannonau in purezza “Lugori”, il  Vermentino con piccola percentuale di Malvasia “Antonina” (dal nome della nonna sia materna che paterna dei fratelli Deidda), il rosso Cannonau con Bovale e pizzico di San Giovasse “Jenna”, il Barbera Sardo più Monica “Aredeu” (bottiglia di livello superiore) e il Moscato in purezza “Trigu”. Bottiglie, già presenti in diverse enoteche e ristoranti della Sardegna, che di recente hanno varcato il Tirreno per sbarcare a Roma e Torino. L’avventura è appena cominciata, ma profuma già di futuro.

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