''Attenzione: leggete attentamente l'etichetta perché la metà degli agnelli presenti sulle tavole degli italiani per le festività Pasquali proviene dall'estero".

A lanciare l'allarme è il Consorzio di tutela dell'agnello di Sardegna Igp, analizzando le stime dei consumi previsti per la Pasqua 2018.

"Ogni anno in Italia vengono macellati nel periodo pasquale circa 410mila agnelli - spiega il Consorzio - mentre la richiesta del mercato è stimata intorno agli 800mila animali. Una differenza di circa 400mila agnelli che viene colmata con l'importazione di carne e da qualcuno spacciata come sarda per dare un valore aggiunto al prodotto".

Invece, la maggior parte degli agnelli provengono da Romania e Grecia.

''Il risultato - sottolinea il direttore del Contas Alessandro Mazzette - è la presenza sui banchi frigo di carni di origine incerta, provenienti da allevamenti spesso sconosciuti. A differenza dei sardi certificati Igp non conosciamo i metodi di allevamento, macellazione e confezionamento''.

''Il Consorzio - aggiunge Mazzette - è impegnato in una vera e propria campagna verso i consumatori invitandoli a riconoscere e controllare l'etichetta: il marchio Igp è la garanzia della provenienza della

carne, di un prodotto genuino, nato, allevato e macellato in Sardegna".

''Quello dell'agnello sardo Igp - sottolinea il presidente del Consorzio Battista Cualbu - è un acquisto etico perché si consuma una carne sana, locale che rispetta l'ambiente (è allevato allo stato semi brado) e si dà un contributo concreto ai pastori sardi che proprio in questa stagione stanno attraversando un momento difficile con il prezzo dell'agnello che ha spuntato valori più bassi rispetto agli anni scorsi".

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(Unioneonline/l.f.)
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