Emergenza sanitaria senza fine in tutta la provincia di Oristano. A essere privi di assistenza di base sono circa 50 mila persone, un cittadino su tre, e la situazione, secondo le proiezioni future legate ai pensionamenti, è destinata a peggiorare ulteriormente.

La questione è stata sviscerata questo pomeriggio in Consiglio comunale a Ghilarza, riunitosi proprio per discutere della grave carenza di medici di base e pediatri nel territorio, analizzare la situazione e individuare possibili azioni concrete da intraprendere. All’incontro ha preso parte il commissario straordinario della Asl 5, Federico Argiolas, accompagnato da altri componenti dello staff: Marilena Muggianu, Maddalena Satta e Peppino Figus. Per oltre un’ora hanno ascoltato le criticità del territorio e le proposte avanzate, ma per alcune – condivise dallo stesso commissario – solo il legislatore potrebbe dare risposte.

Certo è che allo stato attuale in tutta la provincia funzionano 35 Ascot. «Sono nati per l’emergenza tre anni fa, ma di fatto è diventata un’emergenza in progress. Il nostro obiettivo è potenziarne le ore di apertura e aprirne qualche altro. Pochi giorni fa si sono chiuse le manifestazioni d’interesse e abbiamo ricevuto la disponibilità di diversi colleghi in pensione. Procederemo quindi con la riorganizzazione e nuove aperture», ha chiarito Argiolas.

Tra le richieste avanzate dai consiglieri Renato Giovannetti e Giuseppe Fadda, quella di affiancare ai medici dell’Ascot un collaboratore amministrativo che si occupi della parte burocratica o un infermiere. «Il problema è legato anche alla carenza di infermieri. E poi gli Ascot, allo stato attuale, non hanno l’elenco dei cittadini senza medico e purtroppo capita che vi si rivolga anche chi il medico lo ha. Stiamo lavorando anche sulla dotazione tecnologica, perché alcune sedi sono prive di Pc e in ogni caso è necessario mettere a sistema i dati: serve un’anagrafica dei pazienti, una volta ottenuto il loro consenso. Ci sarà un incontro lunedì», ha spiegato Argiolas.

Un’altra precisazione importante è arrivata da Marilena Muggianu, direttrice del servizio integrazione ospedale–territorio: «Stiamo lavorando anche per garantire, e con continuità, le visite domiciliari, che con l’Ascot risultano difficili da assicurare: stiamo creando un progetto speciale. Bisogna però capire che un medico dell’Ascot non potrà mai offrire lo stesso tipo di servizio che garantiva il medico di famiglia. Occorre sapersi adattare alle nuove situazioni. È necessario stipulare un nuovo patto tra Asl e Amministrazioni».

Argiolas ha poi sottolineato: «Per portare la medicina nel territorio occorre fare un’alleanza: essere accoglienti, non far pagare l’affitto ai medici ed evitare situazioni di tensione che poi portano i professionisti a fare altre scelte. Se si verificano aggressioni, è chiaro che non si sceglierà di rimanere in quel territorio».

Un ulteriore problema si presenterà qualora la Regione non potesse legiferare per proseguire con i medici a gettone, che a Ghilarza garantiscono l’apertura del Centro di emergenza territoriale. Da risolvere anche alcuni “incidenti diplomatici”, come quello segnalato in aula da Fadda, relativo a un medico di Ghilarza prossimo alla pensione che aveva chiesto di restare in servizio per altri tre anni e si è visto rispondere con una mail che lo invitava a presentarsi con gli esami per la visita.

Nel suo intervento Giuseppe Fadda, come già chiarito in Consiglio nelle scorse settimane, ha messo in luce diverse criticità e avanzato numerose richieste: l’istituzione di un ambito territoriale chiaro, in modo che i medici sappiano con precisione dove svolgere la professione; una maggiore attenzione per le zone disagiate; incentivi economici per chi vi presta servizio; un periodo minimo obbligatorio di permanenza; una retribuzione che tenga conto del carico di lavoro per chi assiste molti pazienti anziani e fragili; una riduzione della burocrazia.

Tra le sollecitazioni emerse dall’aula, ma di competenza del legislatore, anche la possibilità che i medici specializzati possano dare la propria disponibilità a operare negli Ascot. La minoranza, guidata da Eugenia Usai, si è detta d’accordo con le richieste avanzate.

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