Oristano, non c'è pace per il bimbo sordo di nove anni che attende da tempo l'assistenza alla comunicazione
Nonostante il giudice abbia condannato il Comune «a conformarsi al Piano educativo», l'Ente si opponePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da una parte c'è un giudice, dall'altra il Comune di Oristano e in mezzo un bambino che ancora oggi, in classe, si sente diverso dagli altri. Continua la vicenda del piccolo di nove anni, sordo dalla nascita, che frequenta una scuola cittadina senza un supporto che gli permetterebbe di partecipare e comprendere le lezioni. Nonostante il giudice, lo scorso 5 dicembre, abbia condannato il Comune di Oristano «a conformarsi al Piano educativo garantendo al bambino ventinove ore settimanali di assistenza alla comunicazione in lingua dei segni» (e non otto come invece accade oggi), come del resto avevano richiesto i genitori all'amministrazione comunale prima di arrivare in tribunale, il Comune si è opposto.
Francesca Macis, l'avvocato al quale i genitori del bambino hanno affidato la vicenda, spiega: «Il Comune ha presentato ricorso contro l'ordinanza e una nuova udienza è stata fissata per il 26 gennaio. Il reclamo è stato presentato perché, secondo il Comune, la giurisdizione spetta al Tar e non al Tribunale di Oristano. Il Comune contesta l'ordinanza fornita dal giudice che richiama anche la Cassazione». Una storia che continua e che è iniziata il 10 ottobre quando l'avvocato ha inviato la prima diffida, chiedendo l'attivazione immediata del servizio. La seconda è stata inviata alla fine di ottobre, poiché nel frattempo non è stato fatto alcun passo avanti. Poiché il problema non è stato risolto, il legale ha presentato un ricorso al Tribunale di Oristano. Il 5 dicembre è stata emessa l'ordinanza.
«Sono stanca di combattere», si sfoga con le lacrime agli occhi la mamma del bambino - «Mio figlio sta perdendo la parte più bella dell'infanzia perché gli è stato tolto un diritto. Per lui non è bello stare in classe e non capire cosa accade nonostante il lavoro impeccabile delle maestre. Oggi, assieme alla sua classe, era al museo di Cabras e di ciò che è stato detto non ha capito quasi nulla. Questo non è giusto». L'assessora ai Servizi sociali, Carmen Murru, sulla vicenda preferisce per ora non rilasciare dichiarazioni.
