Ghilarza, lacrime e silenzio per l'addio a Nicola Atzori. Il parroco: «Era gentile e rispettoso»
A piangerlo, oltre ai familiari, c'erano centinaia di persone e anche i tre amici che viaggiavano con lui la notte in cui è morto in un tragico incidentePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un fiume di dolore, lacrime e silenzio ha accompagnato questo pomeriggio in cimitero il feretro di Nicola Atzori, il ventenne tragicamente morto nella notte tra sabato e domenica nei pressi di Nughedu Santa Vittoria, in un incidente stradale che ha spezzato una giovane vita e lasciato un vuoto incolmabile. A piangerlo, oltre ai familiari, c'erano centinaia di persone, ma soprattutto i tre amici che viaggiavano con lui quella notte. Feriti nel corpo, ma ancor più nell'anima, hanno voluto stringersi attorno alla bara dell'amico che non c'è più.
Durante la celebrazione eucaristica, Padre Paolo Contini ha pronunciato un'omelia che ha toccato il cuore di tutti. Diverse le frasi che hanno commosso e fatto riflettere profondamente. La prima, raccontata con emozione, riguarda la sua visita a casa di Mattia, il ragazzo che era alla guida dell'auto. «Da sacerdote, ma anche da uomo – ha detto - ho ricevuto una testimonianza non facile da dimenticare». In quella casa nonostante il dolore, c'erano anche i genitori di Nicola, papà Augusto, mamma Greca e la sorella Marika, arrivati per abbracciare, consolare e sostenere Mattia nella sua disperazione. Un gesto d'amore che ha lasciato un segno profondo.
Poi, con voce ferma e dolce, ha letto una lettera che Nicola, se avesse potuto, avrebbe voluto scrivere per questo momento di addio. Un messaggio di gratitudine e ringraziamento ai genitori, alla sorella, ai parenti, agli amici, a tutti coloro che gli hanno voluto bene. «Un ragazzo che ho conosciuto nel suo lavoro di cameriere – ha sottolineato Padre Paolo - gentile nei modi, rispettoso e corretto. Il suo sorriso è il dono che ci lascia in eredità e che dovremo sempre ricordare».
E dopo aver benedetto la salma, il parroco ha rivolto un severo monito a quanti, nascosti dietro una tastiera, scrivono e giudicano senza sapere. «Nessuno degli occupanti aveva bevuto o fatto uso di sostanze. È stato un incidente», ha quasi gridato il parroco, difendendo la verità e la dignità di tutti i ragazzi coinvolti. In cimitero una delle parti più toccanti del rito funebre, con i tanti ragazzi abbracciati e la maglia del Basket Ghilarza adagiata sulla bara, come in un ultimo abbraccio.
Nicola riposerà a pochi metri dalla tomba di Gabriele Pinna e a un centinaio di metri da quella di Riccardo Licheri. Tre giovani vite spezzate troppo presto, ma che nel dolore hanno trasmesso tanto amore.