Tutto è iniziato con una febbre insistente e un malessere generale. Poi la diagnosi: febbre del Nilo. E per un novantunenne originario di Bidonì, ma da tempo residente a Ghilarza, non c’è stato nulla da fare. Giuseppe Marras è morto all’ospedale San Martino giovedì notte. Ieri nella cittadina del Guilcer si sono svolti i funerali e poi la salma è stata trasferita a Bidonì per la sepoltura.

I familiari 

«Ha iniziato ad accusare dolori e malessere verso il 5 agosto, poi venerdì 8 lo abbiamo accompagnato in ospedale ad Oristano e l’hanno ricoverato. Il giorno dopo, nonostante la febbre a 40, verso le 13,30 l’hanno rimandato a casa con la terapia da seguire. Alle 18,30 dello stesso giorno, visto che stava molto male, abbiamo richiamato il 118 e l’hanno riportato in ospedale. E qui è morto giovedì notte. Dopo una decina di giorni che era ricoverato ci hanno comunicato che era positivo alla West Nile e poi ha avuto complicazioni: polmonite, fibrillazione e insufficienze renale», spiegano i familiari. Un paziente fragile e questo, sicuramente, ha influito sull’esito nefasto della malattia.

La maggioranza  delle persone che contrae il virus non si accorge infatti neanche di averlo. «Al Comune è stata segnalato il 19 agosto un caso di persona che risultava positiva al virus  ed  è stata bonificata la parte bassa del paese, dove era residente il novantunenne», spiega il sindaco, Stefano Licheri, «si è proceduto a disinfestare  anche l’area in località Malosa, dietro al campo sportivo, dove il signore aveva un terreno. Probabilmente è stato infettato proprio in questa zona, dal momento che sono stati trovati diversi acquitrini e larve di zanzara».

Il novantunenne era solito recarsi nella campagna di sua proprietà proprio vicino al paese. «Lo incrociavo spesso e lo conoscevo perché durante la campagna elettorale ero andato anche a casa sua», conclude il sindaco.

I contagi

Intanto risale a venerdì il diciassettesimo caso umano di Febbre del Nilo diagnosticato nel corso del 2025 nella provincia di Oristano.  A risultare positiva una donna settantunenne del Campidano, ricoverata al San Martino, ma già dimessa. Dopo l’accertamento, il dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria ha fatto scattare immediatamente tutte le misure previste per il caso: indagine epidemiologica e circoscrizione dell’area dell’abitazione della donna per consentire una disinfestazione più approfondita nel raggio dei 200 metri dalla sua casa. Non esiste un vaccino per la febbre West Nile, né una terapia specifica.

I consigli 

Per questo  è fondamentale proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi adottando alcune precauzioni. In primo luogo occorre evitare i ristagni d’acqua, dove proliferano le larve di zanzara, svuotare di frequente sottovasi di fiori, secchi, copertoni, cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali,  tenere le piscine per bambini vuote in posizione verticale quando non sono usate, trattare con prodotti larvicidi tombini e pozzetti di sgrondo delle acque piovane, zone di scolo e ristagno, verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite, coprire le cisterne e i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere. Per difendersi dalle punture è poi consigliato: schermare porte e finestre con zanzariere, utilizzare repellenti cutanei per allontanare gli insetti, evitare di sostare in zone in cui sono presenti laghetti artificiali e ristagni d’acqua, come giardini e parchi, in particolare, all’imbrunire e di notte, quando le zanzare sono più attive, indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, di colori chiari, quando si è all’aperto soprattutto all’alba e al tramonto.

© Riproduzione riservata