L’ovile comunale, in stato di abbandono da quasi dieci anni, non decolla. L'amministrazione, proprietaria dell’enorme edificio che si trova in località Rio Porcheddu, lungo la strada che da Cabras porta a Nurachi, composto da due capannoni, un paddock ed un vano appoggio e con un terreno attorno di ben nove ettari, per ora non ha le risorse per ristrutturarlo e darlo poi in concessione. E creare quindi nuovi posti di lavoro. È ciò che emerso durante l'ultimo consiglio comunale. All’ordine del giorno c’era anche la discussione dell'interrogazione presentata dal consigliere Antonello Manca con la quale chiedeva informazioni sull'immobile. Ha risposto la vicesindaca Alessandra Pinna. “L’amministrazione è a conoscenza delle attuali condizioni dell’ovile rispetto alle quali si rende necessaria una valutazione più approfondita circa la necessità di un intervento di bonifica delle aree, oltre che di manutenzione ordinaria e riqualificazione delle stesse per i quali non è stato possibile rinvenire sino ad ora fonti di finanziamento mirate per la realizzazione degli stessi". Pinna ha poi ricordato cosa è accaduto otto anni fa: "L’immobile è stato oggetto di un bando pubblico nel 2017, finalizzato alla concessione per attività agro-pastorali. Tale procedura, tuttavia, non ebbe esito positivo: l’unica manifestazione di interesse pervenuta non risultava corredata di tutti gli atti richiesti dal bando, ed in particolare quello relativo all’assunzione dell’impegno formale, da parte del soggetto proponente, a realizzare un piano di investimenti per sanare lo stato di degrado in cui già allora versava l’immobile ed individuato dal bando pubblico come presupposto essenziale per la concessione. In assenza di tale impegno l’amministrazione non ha potuto procedere con l’affidamento”. Pinna poi ha parlato delle condizioni dell'edificio: “L’amministrazione, nel corso di questi anni, ha preso atto del fatto che l’ovile necessiti di significativi interventi di riqualificazione e messa in sicurezza quantificabili in circa 150, 200mila euro e pur necessari rappresenta un ostacolo rilevante non solo per l’Ente, ma anche per eventuali soggetti privati che concorrerebbero all’assegnazione dell’immobile, i quali si troverebbero a dover sostenere investimenti considerevoli su un bene che resterebbe comunque nella proprietà pubblica, poiché si evidenzia che lo stesso immobile infatti ricade sull’uso civico e per tale ragione sarebbe inalienabile”. Il vice sindaco poi ha spiegato le intenzioni attuale del Comune: “Gli uffici comunali sono stati incaricati dello studio e della elaborazione di una nuova regolamentazione in materia di concessione dei beni immobili comunali, oltretutto ricadenti su uso civico, che tenga conto proprio delle difficoltà sopra esposte e che individui con maggiore chiarezza le modalità di affidamento, le finalità di utilizzo e i criteri di sostenibilità economica e gestionale, nella prospettiva di promuovere forme di valorizzazione compatibili con l’interesse pubblico”.

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