La seduta del Consiglio comunale di ieri ha segnato un passaggio decisivo per il futuro finanziario dell’ente. Con una maggioranza risicata e politicamente fragile, il Comune è riuscito ad approvare la variazione di bilancio da oltre un milione di euro indispensabile per chiudere, finalmente, la ventennale vicenda della bonifica di Pauli Mattauri.

Il provvedimento è passato con appena 12 voti, il minimo indispensabile per evitare il tracollo di una pratica che, dal 2006, pesa come un macigno sulle casse comunali. Dentro la delibera ci sono i 740 mila euro aggiuntivi stanziati dalla Regione, da sommare ai 2,7 milioni già trasferiti negli anni scorsi, fino a raggiungere i 4,4 milioni indicati dal Commissario ad acta per un intervento imposto da una lunga serie di sentenze. Senza quelle risorse, certifica l’atto, l’ente sarebbe scivolato in squilibrio strutturale, con il rischio concreto di non riuscire a chiudere il bilancio 2025.

«L’importanza dei fondi concessi dalla Regione è evidente: permetteranno di chiudere definitivamente la partita della bonifica, un problema sorto nel 2006 e che abbiamo ereditato», ha commentato il sindaco Massimiliano Sanna, sottolineando il peso di un dossier che si trascina da quasi vent’anni.

Sul piano politico, però, la votazione ha mostrato tutte le crepe della maggioranza. Assenti Pecoraro e Pisanu, e senza il supporto del civico Sergio Locci, l’amministrazione ha potuto contare sui numeri solo grazie alla presenza in Aula dei consiglieri di minoranza, che hanno garantito il numero legale e consentito l’approvazione della variazione.

È passato invece all’unanimità l’ordine del giorno sulla crisi della finanza locale, illustrato dallo stesso Sanna. Un documento che il sindaco definisce cruciale, perché «riguarda la tenuta stessa dei servizi pubblici locali e la capacità dei Comuni sardi di garantire istruzione, welfare, sicurezza, manutenzioni, cultura». La denuncia è chiara: il Fondo Unico «non ha seguito l’andamento delle entrate regionali», mentre i costi per energia, servizi sociali e personale «crescono in modo esponenziale». Da qui le richieste al governo regionale: incremento strutturale e immediato del Fondo Unico, istituzione di un tavolo tecnico permanente Regione–ANCI e un fondo straordinario per i Comuni più colpiti.

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