Matteo Piras dovrà comparire sabato a mezzogiorno davanti al gip del tribunale di Lanusei per l’interrogatorio di garanzia. Il 24enne operaio di Osini deve difendersi dalle accuse di omicidio premeditato.

Il sostituto procuratore, Giovanna Morra, sospetta che sia stato lui, il 12 gennaio scorso, a uccidere Riccardo Muceli, l’operaio di 38 anni di Gairo freddato con due colpi di fucile calibro 12 caricato a pallettoni mentre lasciava l’ovile di Pelau, in agro di Jerzu, per fare ritorno a casa.

Con la sua ordinanza di 50 pagine, il giudice per le indagini preliminari, Paola Murru, ha ritenuto solido il quadro accusatorio formulato dal pubblico ministero: Piras, che per la Procura avrebbe agito su commissione, è rinchiuso da ieri mattina nel carcere di Lanusei. All’interrogatorio di garanzia sarà assistito dal suo avvocato, Maurizio Corda.

Dalle testimonianze raccolte in questi mesi dagli inquirenti (le indagini sono delegate ai carabinieri della compagnia di Jerzu), l’ipotesi formulata è che le circostanze che potrebbero aver portato al delitto sarebbero riconducibili all’esistenza di forti attriti tra alcuni nuclei familiari di Gairo con rapporti conflittuali originati da vecchi dissidi di confine.

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