Da una parte l'impresa e i suoi lavoratori a cui è arrivata solo la solidarietà dei sindacati e dei sindaci di Orani e Sarule.

Dall'altra la politica, distratta e impegnata nella corsa per la campagna elettorale distante anni luce dalla realtà dei territori, e dal problema sicurezza che da anni travolge la Maffei Sarda Silicati, oggetto di continui atti intimidatori e attentati, con la società costretta a chiudere tre settimane e mandare in cig i lavoratori. Politica rimasta indifferente e incapace di prendere una posizione ferma su un problema che rischia di costare carissimo ad un intero territorio.

Il pesantissimo atto d'accusa è quello lanciato dal presidente di Confindustria Nuorese Ogliastra, Giovanni Bitti, che punta senza esitazione il dito contro la classe dirigente sarda, quella attuale e quella futura.

L'atto intimidatorio di domenica, con tre individui mascherati e armati che hanno minacciato il vigilante della cava di Cuccurumannu tra Orani e Sarule, prima di danneggiare due escavatori e una trivella. Solo l'ultimo di una lunghissima serie, che va avanti da anni tra mezzi incendiati, ritrovamenti di lettere o teste di animali, e che non hanno mai trovato un colpevole.

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