Nella cava della Maffei Sarda Silicati a Cuccurumannu, tra Orani e Sarule, torna la paura. Nella notte tra domenica e lunedì due banditi armati hanno minacciato il vigilante di guardia alla cava, legandolo e danneggiando i mezzi da lavoro. Un atto intimidatorio che arriva dopo un relativo momento di calma: negli anni scorsi la Maffei era già stata oggetto di pesanti attentati, con mezzi incendiati e centinaia di migliaia di euro di danni.

Dopo l’atto intimidatorio di domenica notte, la Maffei Sarda Silicati bloccherà le sue attività per tre settimane e metterà tutti i lavoratori in cassa integrazione. A dirlo il Presidente, Federico Emilio Fiorelli. Una scelta a cui la società è costretta a causa dei danni inflitti da un atto che la Società definisce vile e gratuito. Il fermo delle attività comporterà la messa in cassa integrazione del personale operante in cantiere.

«Non esistono parole per descrivere il senso di impotenza e rabbia che pervade il nostro team in questo momento, - afferma il Presidente -. Questi individui – prosegue Federico Emilio Fiorelli, - oltre ad aver compiuto un gesto contrario ad ogni principio di legalità e buon senso, hanno danneggiato l'economia locale fermando un'azienda sana ed etica che opera con passione nel territorio sardo. Anche in questo caso, come nell'attentato del dicembre 2021 sempre subito da MSS, non è stata lasciata nessuna rivendicazione».

Un atto che Confindustria Nuoro Ogliastra condanna con il presidente Giovanni Bitti: «A nome mio personale e di tutta l’Associazione esprimo massima condanna per il grave atto intimidatorio che ha colpito ancora una volta l’impresa nostra associata Maffei Sarda Silicati. All’azienda, alla sua proprietà, al direttore e a tutto il personale e ai collaboratori vanno la nostra piena solidarietà e vicinanza. È l’ennesimo episodio criminale ai danni di un’impresa del territorio, un atto molto grave che non trova alcuna giustificazione e che non aiuta a creare il giusto clima per fare impresa. Sono atti che non possiamo più accettare e che minano la libertà di impresa tentando di condizionare l’attività di chi da decenni, con serietà, correttezza e professionalità crea occupazione e benessere in questo territorio. Per le nostre comunità è un pessimo segnale. Quanto accaduto rappresenta un grave danno per tutti contribuendo a creare un clima poco sereno contrario all’attività di impresa, ancor di più in una fase difficile come quella che stiamo attraversando con prospettive in peggioramento. Serve uno sforzo collettivo per isolare e identificare gli autori di tali gesti vili e ignobili e garantire all’azienda la possibilità di continuare a svolgere la sua attività in un clima di legalità e sicurezza».

La Maffei negli anni passati aveva anche fermato per sei giorni la produzione. Una presa di posizione insieme a quella presa da tre consigli comunali uniti, Orani, Ottana e Sarule, che evidentemente non ha fermato la logica di chi vuole utilizzare il sopruso e la violenza per imporre il terrore.

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