Gli sbarchi di migranti algerini verso l'Italia, e verso la Sardegna in particolare, "sono molto ridotti". Dunque, è improprio parlare di "flussi". Anzi, più che un punto di partenza verso l'Europa, l'Algeria sta diventando un punto di destinazione per chi lascia il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita.

A ridimensionare il fenomeno degli arrivi nell'Isola, dopo la lettera del governatore Francesco Pigliaru al ministro Marco Minniti e dopo la visita di quest'ultimo ad Algeri, è Pasquale Ferrara, ambasciatore italiano nel Paese nordafricano.

Che spiega: "I migranti che si imbarcano da Annaba (località da cui prendono il mare i barchini, ndr) diretti in Sardegna sono circa un migliaio all'anno, dunque parliamo di un fenomeno di dimensioni esigue".

Il diplomatico snocciola anche altri numeri: "Si stima che in Algeria ci siano oltre 100mila migranti. Tra questi, circa 40mila provengono da Paesi subsahariani, dal Niger, per esempio, che si installano nel sud dell'Algeria dove trovano condizioni migliori, poi ci sono 10mila rifugiati siriani, e poi ci sono i libici, che sono una piccola parte. Tutta gente che in Algeria ha deciso di restare".

Secondo il rappresentante della Farnesina, dunque, in Algeria si arriva per restare, non per partire.

Ciò nonostante, aggiunge Ferrara, la visita del numero uno del Viminale "è servita a rilanciare in modo più strategico il rapporto tra Italia e Algeria nel campo della cooperazione in materia di sicurezza e di migrazione", con un occhio alla stabilizzazione della Libia, che "è una precondizione" per fermare i flussi di migranti dall'Africa subsahariana e dal Sahel.

(Redazione Online/l.f.)

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