"Il cancro non aspetta che passi il Covid-19, continua la sua strada e noi malati oncologici potremmo non farcela". Elisabetta Ruggeri di Sanluri, 50 anni, educatrice in un asilo nido, operata al seno, racconta le paure per la salute dopo l'avviso dell'Azienda sanitaria della sospensione a data da destinarsi dei controlli programmati.

"Combattiamo il coronavirus stando a casa, ma il tumore va avanti anche dentro le pareti domestiche, non rispetta né quarantene né decreti. Quando tutto passerà, potrebbe essere tardi".

LA STORIA - Nella tempesta del coronavirus, per Elisabetta le preoccupazioni del ritorno della malattia sono macigni. "Sono stata operata - racconta - a marzo del 2018: cancro infiltrante al seno. Significa che il male potrebbe tornare da un momento all'altro. La difesa si chiama prevenzione cioè il controllo ogni 6 mesi. Tra marzo ed aprile avrei dovuto rifare la mammografia, un'ecografia all'addome e visite varie, prenotate all'ospedale di San Gavino. All'inizio del mese scorso una telefonata della Assl di Sanluri mi avvertiva del rinvio dei controlli a causa del coronavirus".

L'APPELLO - "Non parlo - prosegue la donna - soltanto per me. Siamo in tanti i pazienti oncologici del territorio messi in forzata attesa. Ci sentiamo per telefono. La paura comune è di non farcela. Siamo abituati a convivere con il brutto male, ma questa situazione di limbo aggiunge un forte stress psicologico, non sappiamo cosa ci aspetta e cosa dobbiamo fare. La mia amica del cuore vive gli stessi miei sentimenti. Anche di rabbia".

L'appello è comune: "Informateci quando e come possiamo tornare a sperare. La situazione all'ospedale di San Gavino non è tragica come in tante altre realtà. Si potrebbero separare i ricoveri Covid dagli altri reparti. Invece anche nel Campidano questo virus ha sbiadito gli altri killer della società, lasciando i malati al loro destino. Rimandare i controlli a un malato di tumore potrebbe essere la condanna a morte".

PIANO SANITARIO - A destare preoccupazione è l'assenza di un piano sanitario che stabilisca quando la lotta contro il tumore possa riprendere. "Intanto - dice Elisabetta - sono passati due mesi. Quando tempo dovrò ancora aspettare? L'incertezza mi tormenta. Se le terapie sono previste ogni sei mesi, ad agosto il tempo sarà scaduto. Certo, siamo ancora lontani. In 90 giorni tutto può succedere. Ma in nessun decreto si parla di noi. Si sono preoccupati di aprire le librerie, ma sul destino dei pazienti oncologici nessun cenno. Per essere considerati dobbiamo diventare malati terminali?".

RIPARTENZA - La richiesta alla direzione della Assl del Campidano è di ripartire il prima possibile, magari con i tamponi preventivi che qualificheranno i pazienti come privi di rischio, prima di effettuare i controlli. "Qualunque sia la forma - conclude l'educatrice - l'importante è attivarsi contro il tumore, nemico difficile da vincere, più insidioso al tempo di Covid-19».

Santina Ravì

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