Olbia, morto dopo il taser: Demartis avvertito tre volte dai carabinieri prima di essere colpito
Indagati per omicidio colposo il capo pattuglia e il militare che materialmente ha usato lo strumento. Nominato il difensore, il sindacato si farà carico dell’assistenza legalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono indagati per omicidio colposo i due carabinieri intervenuti ad Olbia la sera di sabato scorso dopo che alcuni cittadini avevano segnalato aggressioni da parte di un uomo per le strade del rione di Santa Mariedda. Fermato con il taser, Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei, è morto per arresto cardiaco nell'ambulanza diretta in ospedale.
Ad essere indagati sono il capo pattuglia e il militare che materialmente ha usato il taser per bloccare Demartis. L'iscrizione sul registro degli indagati da parte del procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, è un atto dovuto dopo l'apertura del fascicolo e la decisione di procedere con l'autopsia sul corpo della vittima.
Secondo quanto trapela dalle indagini, i militari avrebbero avvisato per ben tre volte Demartis di essere pronti a utilizzare il taser: al terzo avviso, la scarica che ha immobilizzato l’uomo, andato poi in arresto cardiaco.
L'inchiesta della Procura di Tempio si muove su un doppio binario: da una parte accertare con esattezza le cause esatte del decesso - i familiari hanno confermato che la vittima era cardiopatica -, dall'altra ricostruire nei dettagli la dinamica dei fatti.
Nel frattempo il Sic, Sindacato indipendente dei Carabinieri, ha annunciato che si farà carico dell’assistenza legale dei due militari. «I due colleghi indagati hanno riposto fiducia nel nostro sindacato - spiega il segretario generale del Sic, Luigi Pettineo, che sta acquisendo tutte le testimonianze dei presenti e degli operatori intervenuti sabato sera nel quartiere di Santa Mariedda -. Noi diamo garanzia di un avvocato proprio perché i fatti contestati si sono svolti durante il servizio. C'è la possibilità, che è quasi una certezza in questo caso, che venga attivata la tutela legale prevista dal recente pacchetto sicurezza varato dal governo Meloni. A noi - ribadisce Pettineo - risulta che i due uomini dell'Arma si sono attenuti alle procedure tecniche operative per quanto riguarda l'uso del taser».
Il difensore nominato è Maria Paola Marro, avvocata del foro di Milano specializzata in diritto militare: «I miei assistiti sono profondamente dispiaciuti per quanto accaduto, ma hanno operato nel totale rispetto delle procedure e hanno svolto il loro lavoro in maniera proporzionata a tutela dell'incolumità della loro persona e dei cittadini. L'uso del taser - sottolinea la legale - è stato fatto per evitare quello della pistola, in una situazione di escalation di violenza in cui il soggetto non rispondeva a nessun tipo di alt ed era incontenibile. Il capo scorta, ora indagato come atto dovuto, è stato aggredito e ferito al volto. Entrambi i militari hanno diversi anni di servizio alle spalle e sono esperti qualificati anche nell'uso del taser. In totale serenità - conclude l'avvocata - attendiamo l'esito dell'esame autoptico che si svolgerà giovedì prossimo e che accerterà le cause della morte. Siamo sereni e fiduciosi del lavoro della Procura».