Olbia, morto dopo la scarica del taser. La Procura: «Nuovi accertamenti sulla dinamica, giovedì l’autopsia»
Proseguono le indagini sulla morte del 57enne Gianpaolo Demartis, mentre divampa la polemica dopo l’attacco della Garante dei detenuti che ha parlato di «strumenti di tortura legalizzati»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sarà effettuata nella tarda mattinata di giovedì 21 agosto l’autopsia sul corpo di Gianpaolo Demartis, l’uomo di 57 anni, originario di Bultei, morto dopo essere stato colpito col taser dai carabinieri a Olbia.
La comunicazione arriva dalla Procura di Tempio, dove l’inchiesta aperta sul caso viene seguita dal procuratore Gregorio Capasso. Le indagini sono in mano alla polizia.
«Sono già stati effettuati e sono tutt’ora in corso specifici accertamenti per la esatta ricostruzione della dinamica della vicenda», precisa ancora la nota della Procura.
LA RICOSTRUZIONE – La vicenda risale alla notte di sabato, quando una pattuglia di carabinieri interviene nel rione di Santa Mariedda in seguito alle chiamate di alcuni cittadini che segnalavano aggressioni da parte di un uomo.
L'uomo continuava a dare in escandescenze e si è poi scagliato contro gli stessi militari che hanno fatto ricorso al taser per fermarlo: si è quindi accasciato a terra ed è poi morto per arresto cardiaco mentre un'ambulanza lo portava verso l'ospedale.
La vittima, il 57enne Gianpaolo Demartis, aveva precedenti penali: stava finendo di scontare una condanna per spaccio. Era stato arrestato nel 2020 a Sassari ed era in affidamento in prova. La sua famiglia ha riferito che era cardiopatico.
Secondo le prime ricostruzioni l'uomo - che sarebbe apparso in forte stato di alterazione da consumo di alcolici e/o sostanze stupefacenti - si è introdotto furtivamente in due case in via San Michele e poi ha cominciato ad importunare i passanti. A quel punto ci sono state le chiamate al numero di emergenza. Nelle fasi concitate dell'intervento dei militari ha colpito anche un carabiniere procurandogli diverse ferite al volto. Il personale in divisa ha quindi deciso di fare ricorso alla pistola ad impulsi elettrici per bloccare l'aggressione.
LA POLEMICA – Sulla vicenda e sull’utilizzo del taser – arma introdotta come dotazione per le forze dell'ordine nel 2022 dopo una lunga sperimentazione - è già divampata la polemica. Con un duro scontro tra la garante regionale dei detenuti Irene Testa e il parlamentare leghista Dario Giagoni, e l’intervento del vicepremier Matteo Salvini a difesa dei carabinieri. Sulla vicenda il Sic, sindacato indipendente dei Carabinieri, esprime solidarietà ai colleghi, ritenendo che abbiano «agito con professionalità, attenendosi alle procedure operative previste in occasione di intervento nei confronti di soggetti che versano in grave stato di alterazione psicofisica e che pongono in essere comportamenti altamente pericolosi per la collettività».
Di questa mattina il nuovo attacco a Irene Testa del deputato di FdI Salvatore Deidda, che chiede «in quale veste» Testa sia «intervenuta sulla vicenda». «Come Garante o come segretaria dei Radicali? – si chiede Deidda - Dovrebbe ricordarsi che ricopre un incarico istituzionale e ogni volta che si esprime o prende una posizione lo fa in virtù di tale incarico. Pertanto, dovrebbe pesare le parole e non utilizzare il suo ruolo in modo improprio con battaglie personali sul Taser o contro le nostre forze dell’ordine».
(Unioneonline)