Mercoledì 13 agosto l’autopsia nell’obitorio di Sassari dovrebbe fare chiarezza sul decesso di Giovanni Marchionni, il 21enne morto venerdì scorso a bordo di uno yacht ormeggiato a Marina di Portisco, Olbia. Probabilmente ucciso dalle esalazioni fuoriuscite da un wc chimico o dalle batterie dello scafo.

L'esame autoptico è stato affidato al medico legale Francesco Serra. A portare avanti le indagini sulle cause della morte del giovane è la pm Milena Aucone della Procura di Tempio Pausania, che ha posto subito sotto sequestro l'imbarcazione e avviato un procedimento per omicidio colposo al momento contro ignoti.

Al vaglio degli investigatori di Tempio ci sarebbe anche la testimonianza di una ragazza che la sera prima della tragedia sarebbe stata assieme al 21enne ma avrebbe deciso di andare via dallo yacht perché sentiva un «cattivo odore» a bordo. Elemento che se confermato darebbe ancora più concretezza all’ipotesi delle esalazioni.

Marchionni lavorava come sull’imbarcazione, di proprietà di un’imprenditrice nautica campana, in vacanza nell’Isola. I familiari del ragazzo, assistiti dagli avvocati Maurizio Capozzo e Gabriele Satta, vogliono fare chiarezza sulla vicenda e si chiedono perché il giovane tutta la notte sia rimasto solo a guardia della barca.

Ieri nel porto di Baia a Bacoli (Napoli), paese in cui viveva Marchionni, centinaia di barche hanno suonato le sirene in segno di cordoglio e per chiedere che sia fatta chiarezza sulla sua morte.

«Una tragedia che ha sconvolto tutti. Era su un grande yacht, per lavoro. Un ragazzo solare, amato da tanti. Un sognatore che amava il mare. Un ragazzo ricco di sogni e di speranze, partito da Bacoli per lavorare in Costa Smeralda», ha scritto sui social il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione, che ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali.

Un caso che è diventato nazionale, perché anche a Gaeta, nel Lazio, le barche hanno suonato per il giovane lavoratore. Il sindaco di Bacoli in mattinata ha postato il video sui suoi profili social: «Anche dal Lazio giunge una richiesta unanime. Verità per Giovanni», ha scritto, parlando di un caso che ha «tanti punti interrogativi».

(Unioneonline/L)

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