Uccisa dallo shock anafilattico causato dalla assunzione di un antibiotico, il Ceftraxone, al quale era allergica. Ecco la causa della morte della imprenditrice tedesca Sabina Illbruck, avvenuta a Porto Cervo il 19 giugno del 2021. Ed ora è battaglia legale, perché la gip del Tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, ha riaperto il caso, respingendo la richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio colposo presentata dalla Procura gallurese.

Oggi in aula è avvenuto il confronto tra pm, legale di parte civile e difesa. Sotto accusa c’è un medico sardo, Mario Cosso, 58 anni, di Sassari. Stando alle indagini dei carabinieri, Cosso prestò cure mediche alla vittima nelle ore immediatamente precedenti al decesso e somministrò l’antibiotico che poi avrebbe causato lo shock anafilattico. La Procura di Tempio ha chiesto l’archiviazione basandosi sulle conclusioni del suo consulente, il medico legale sostiene che l’intervento di Cosso fu inappropriato, ma che, allo stesso tempo, «pur adottando una condotta alternativa (corretta) non si può escludere con criterio di certezza che il decesso avvenisse allo stesso modo».

Una tesi respinta dal legale di parte civile, l’avvocato Antonello Desini. Secondo i familiari della vittima, era noto che Sabina Illbruck fosse allergica alla penicillina e il dato era in un patentino in lingua tedesca che la donna aveva sempre con sé e che fu rinvenuto nella stanza dove avvenne il decesso.

Il medico indagato è difeso dall’avvocato Maurizio Serra. Ora la gip dovrà decidere se archiviare o se ordinare la formulazione di una imputazione. 

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