Bambino segregato ad Arzachena, la Procura chiede di confermare le condanne
In primo grado sono stati inflitti otto anni ai familiari del bimbo, la difesa chiede una riduzione della pena "tenendo conto della condotta degli indagati durante l'inchiesta"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Primo atto del processo d'appello a carico di madre, padre e zia del bambino arzachenese (11 anni) segregato nella camera da letto della sua abitazione e maltrattato per mesi.
La Procura generale ha chiesto la conferma degli otto anni di reclusione inflitti a Tempio (nel processo di primo grado davanti al Gup) ai familiari del minore. La sentenza di condanna è stata impugnata dai legali delle tre persone indagate per la vicenda del minore liberato dai Carabinieri nel giugno del 2019.
Gli avvocati Alberto Sechi, Marzio Altana e Angelo Merlini hanno chiesto che la sentenza tenga conto della condotta degli indagati durante tutte le fasi dell'inchiesta. Le difese segnalano che i genitori e la zia del piccolo si sono assunti le loro responsabilità e hanno collaborato con l'autorità giudiziaria. Inoltre i tre avrebbero anche iniziato subito un percorso di riabilitazione e recupero. La sentenza potrebbe arrivare nei prossimi giorni.