«La più ferma condanna nei confronti dei contenuti della manifestazione promossa dal Blocco studentesco, intrisi di retorica nazionalista, xenofoba e nostalgica di ideologie che la storia ha già condannato».

La dura presa di posizione arriva dalla Camera del Lavoro Metropolitana Cgil e dall’Anpi Cagliari, in vista del preannunciato raduno organizzato per domani, primo novembre, dall’associazione di estrema destra vicina a CasaPound, che ha chiamato a raccolta nel capoluogo sardo i «giovani del sud» per un evento a sfondo neofascista. 

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La mobilitazione dovrebbe partuire da via cervi e il percorso non è ancora stato definito, ma gli antifascisti cagliaritani hanno già organizzato una contromanifestazione, per una giornata che, stando alle premesse, si preannuncia calda sul fronte dell’ordine pubblico. 

«I promotori della manifestazione», si legge in una nota di Cgil e Anpi, «si dichiarano contro Ius Scholae e immigrazione definendoli, si cita testualmente, come “infami strumenti di sostituzione etnica e concorrenza ai nostri giovani”. Secondo le due organizzazioni «queste affermazioni, nella sostanza e nella forma rappresentano un attacco inaccettabile ai valori fondamentali della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza».

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«È anche questo un modo, che consideriamo inaccettabile»,  dichiarano, «di alimentare divisioni tra i giovani, italiani e stranieri, in un momento in cui la società ha invece bisogno di solidarietà, diritti e inclusione». 

Secondo il sindacato e l’associazione dei partigiani la vera battaglia per il futuro dei giovani passa dal lavoro stabile e dignitoso, dall’istruzione pubblica di qualità e da un welfare che non lasci indietro nessuno, non certo dalla propaganda che soffia sul fuoco dell’intolleranza.

Manifestazione antifascista a Cagliari
Manifestazione antifascista a Cagliari
Manifestazione antifascista a Cagliari

Per questo Cgil e Anpi Cagliari invitano «i cittadini, le associazioni democratiche, le istituzioni e il mondo della scuola a vigilare e a respingere con fermezza ogni tentativo di riscrivere la storia o di riportare nelle piazze simboli e linguaggi che appartengono al fascismo».

Enrico Fresu 

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