Un minuto di silenzio diventa terreno di scontro politico e morale. Al liceo scientifico Michelangelo di Cagliari la decisione del dirigente scolastico di commemorare le vittime dell’attentato antisemita avvenuto ieri a Sydney scatena la protesta degli attivisti Pro Pal e anche di numerosi genitori, che chiedono pari attenzione per le vittime civili palestinesi, in particolare per i bambini che sono morti e continuano a morire nella Striscia di Gaza.

La circolare, firmata dal preside Raffaele Rossi, è stata diffusa nella mattinata di oggi. Il documento invita docenti, personale e studenti a osservare un minuto di silenzio alle ore 12 in ricordo delle 15 persone uccise ieri, domenica 14 dicembre, durante un attacco terroristico alla festa ebraica di Hanukkah, sulla spiaggia di Bondi Beach. Tra le vittime anche una bambina di 12 anni. Un gesto definito dal dirigente come doveroso davanti a «un ennesimo vile attentato terroristico».

Ma la scelta non è passata inosservata. A poche ore dalla diffusione della circolare è arrivata la replica degli attivisti Pro Pal condivisa anche da diverse famiglie del liceo. Il movimento contesta quella che definisce una decisione «non equa» ed evidenziando che non si «possono ignorare altre tragedie umanitarie in corso».

In messaggio indirizzato al dirigente, gli attivisti ringraziano formalmente per l’iniziativa, ma chiedono con «la stessa fermezza» di osservare un minuto di silenzio anche per gli otto neonati morti a Gaza a causa del freddo, «in quanto Israele nonostante vi sia una tregua in atto non stia facendo entrare tende, coperte e indumenti per proteggere i bambini della Striscia che sono costretti a patire pene inumane vista la situazione meteo».

Bambini che «vengono costantemente ignorati, dimenticati come se non contassero nulla», scrivono, parlando apertamente di abuso di potere e di memoria selettiva.

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