Eolico, comitati di nuovo in piazza: «Politica inerte di fronte agli speculatori»
Ribadita l’importanza di un piano energetico sardo tagliato su misura delle esigenze e dei consumi storici dei territoriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I comitati contro la speculazione dell’eolico di nuovo in piazza. Ancora sotto il Consiglio regionale in via Roma a Cagliari anche se, spiega uno dei rappresentanti del coordinamento, Marco Pau, «non abbiamo più nulla da chiedere alla politica rispetto a quello che abbiamo già chiesto». E tuttavia, «siamo qua per ricordare che il tema esiste ancora, aggravato dalla loro inerzia e ci ricorderemo quando si andrà a elezioni di questo comportamento. In generale nell’Assemblea sarda nessuno si è comportato bene. Naturalmente le responsabilità sono diverse: la maggioranza ha più responsabilità della minoranza che, comunque, avrebbe potuto fare molta più opposizione di quella fatta. Non salviamo nessuno e faremo altre azioni durante la campagna elettorale».
Oggi i comitati hanno ribadito l’importanza della proposta di legge sulla moratoria che prevede un piano energetico di Sardegna tagliato su misura delle esigenze e dei consumi storici dei territori, e ricordato che non sono contro la transizione energetica, semmai sono per una transizione energetica ecologica.
Al sit-in un centinaio di manifestanti e tutti i comitati del coordinamento contro la speculazione energetica.
Tra gli altri, Rita Corda, portavoce del “No Tyrrhenian link di Selargius: «Manifestiamo l’ennesimo disappunto contro una classe politica incapace che non ha difeso le prerogative di una Regione speciale, consentendo agli speculatori del vento e del sole di avventarsi sulla Sardegna presentando progetti e piantando pale senza una pianificazione e senza tener conto delle amministrazioni locali, né delle prerogative delle comunità».
In via Roma anche il neonato Comitato Gallura contro la speculazione energetica rappresentato da Agostino Peru: «Delle 2300 pale oggetto dei progetti di multinazionali, 600 riguardano il nostro territorio. Se questi progetti passassero, la Gallura sarebbe sventrata. Non vogliamo trasformare la nostra terra in un parco eolico a beneficio di multinazionali con sede a Singapore». Pietro Solinas, del comitato Montiferru, ricorda il progetto di nove pale da installare a Seneghe, così alte che - in caso di incendio - impedirebbero il sorvolo della zona da parte dei mezzi antincendio.