"Droga e infiltrazioni mafiose": l'allarme dei giudici di Cagliari
La relazione del presidente di Corte d'Appello Cucca: "Gravi carenze di personale, 430 giorni per un processo""La nostra indipendenza rappresenta una garanzia della democrazia e nessuno, neppure il legislatore nel promulgare le leggi, può mai tralasciarla. È essenziale, difatti, il principio della terzietà del giudice".
Con queste parole il presidente della Corte d’appello di Cagliari, Gemma Cucca, ha iniziato la sua relazione sull'amministrazione della giustizia, nel corso dell'inaugurazione ufficiale dell'Anno giudiziario nel distretto di Cagliari.
LA FOTOGRAFIA - Tra il primo luglio 2017 e il 30 giugno 2018 l’andamento dell’amministrazione della giustizia in Sardegna "si può definire positivo nonostante le gravi carenze anche nell’organico del personale amministrativo che, negli uffici più piccoli, rendono difficoltoso il necessario supporto alla attività giudiziaria", ha detto Cucca.
Aggiungendo: "La situazione nelle cancellerie è critica per le riduzioni dell’organico e per le scoperture del recente passato. L’arrivo negli Uffici di Assistenti Giudiziari di prima nomina ha solo permesso di dare un sito ad alcuni settori amministrativi, ma il Ministero della Giustizia ha ridotto sempre più gli organici: per la sede centrale di Cagliari nel 2004 erano previsti 204 lavoratori che, nel 2007, sono stati ridotti a 194 e nel 2010 a 187; con l’accorpamento delle Sezioni Distaccate sono state previste 218 unità. Ma nel luglio 2017 ne erano presenti 181 con un buco di 37".
"Eppure - ha proseguito - questa carenza di organico non ha influito in modo pesante sul regolare andamento delle attività, ma senza il personale amministrativo quello giudiziario non può lavorare. I magistrati non chiedono di lavorare meno, ma di lavorare meglio".
LE RIFORME - Secondo la presidente Cucca "le riforme introdotte o da introdurre" dal Governo, "pur condivisibili se finalizzate alla risoluzione dei problemi della Giustizia", potrebbero "non produrre gli effetti sperati se non si interviene su altre situazioni. Come la prescrizione, la cui funzione non è solo far estinguere un reato che lo Stato non ha più interesse a sanzionare, ma anche assicurare all’imputato una ragionevole durata del processo che invece potrebbe protrarsi all’infinito".
"Non è corretto - ha sottolineato Cucca - che l’imputato, parte più debole del processo penale, sia sottoposto per anni a un procedimento, anche perché spesso può essere innocente. La pena, per essere equa e certa, deve essere irrogata al termine di un processo rapido. Inoltre i cittadini che non trovano risposte rapide dallo Stato potrebbero cercare altre strade, anche illegali. Quindi: si dovrebbero rivedere gli organici della magistratura e del personale amministrativo, e sul piano legislativo riconsiderare il sistema delle impugnazioni o delle notifiche, non limitare il ricorso ai riti alternativi, depenalizzare alcuni reati".
CORRUZIONE E LEGITTIMA DIFESA - Sulla corruzione, ha poi rimarcato Cucca, "nulla si può dire ancora", e neanche sulla "legittima difesa, anche se le indagini andranno pur sempre essere fatte evitando automatismi: è imprescindibile la valutazione del giudice su ogni singolo caso. Importante la previsione di estendere il gratuito patrocinio alla persona nei cui confronti venga disposta l’archiviazione, il proscioglimento o il non luogo a procedere".
LE SPESE - Guardando le spese per l'amministrazione della giustizia cagliaritana, nell’anno giudiziario nel Distretto sardo sono stati pagati 19.838.872,51 euro per avvocati di persone ammesse al gratuito patrocinio, consulenti tecnici, traduttori, interpreti, periti, testimoni e spedizioni.
MAGISTRATI ONORARI - Cucca ha anche parlato della magistratura onoraria, definita "una risorsa ineludibile, dall’indispensabile supporto".
I magistrati onorari, ha proseguito il presidente "sono stati regolamentati e dal 2021 avranno più competenze. Però non potranno lavorare più di due giorni alla settimana: tempo insufficiente, soprattutto negli uffici grandi e medio-grandi. Limite destinato a scatenare effetti devastanti".
Ancora: "Ai magistrati onorari sono affidate quasi tutte le udienze monocratiche e negli Uffici delle Procure, numerosissimi affari semplici, compresi i procedimenti per reati di competenza del Giudice di pace, la cui gestione non può essere affidata ai magistrati togati senza compromettere irrimediabilmente la trattazione, da parte di costoro, degli affari più rilevanti". Quindi vanno inquadrati.
LE CAUSE - Ancora, l'andamento degli Uffici Giudiziari sardi "è positiva".
Per il settore civile a Cagliari "i dati sono sovrapponibili a quello dell’anno precedente. Le cause sono diminuite: da 1537 a 1407". Ma sono "in netto aumento i ricorsi per il risarcimento legato a una irragionevole durata del processo", in base alla cosiddetta Legge Pinto.
"Sono 142 - ha spiegato Cucca - rispetto ai 30 del 2016/2017, a dimostrare le difficoltà nella definizione dei procedimenti. Di rilievo anche le cause di affidamento e mantenimento dei figli nati non nel corso del matrimonio".
LA DURATA - Quanto ai tempi, la durata media dei processi è di 430 giorni. "Sostanzialmente stabile e abbondantemente sotto la soglia della Legge Pinto. La maggior parte dei procedimenti viene definita entro l’anno”. Ma "le modifiche legislative dirette a deflazionare il carico giudiziario non sono state di grande aiuto per la Corte. Per esempio la riforma della magistratura onoraria, alcune modifiche al codice penale e di procedura penale, l’introduzione del delitto di tortura, le modifiche al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione".
PROCESSI CIVILI - Tra i numeri diffusi, anche quelli del settore civile. In questo caso le definizioni di procedimenti (9.390) sono state superiori alle nuove iscrizioni (8.910); stabili i nuovi ricorsi (1.559 contro i 1.565 del periodo precedente) sulla protezione internazionale.
In controtendenza le cause di famiglia, passate da 1.245 a 1.721, "a evidenziare la grave crisi in cui versa l’istituzione famiglia e la degenerazione dei legami tra i membri del nucleo familiare".
Calano i fallimenti (183 contro i 221 del periodo precedente).
In generale, "le recenti riforme processuali non hanno avuto un impatto significativo. Nessun risultato per la possibilità di procedere alla separazione o al divorzio davanti all’ufficiale dello stato civile: la sua applicazione è limitata a casi del tutto sporadici. E poter chiedere il divorzio dopo sei mesi anziché tre anni ha determinato un sensibile incremento dei procedimenti".
I PROCESSI PENALI - Nel settore penale ancora "non sono apprezzabili le recenti riforme" governative. Nessuna sentenza riguardo l’estinzione del reato per condotte riparatorie a Cagliari, poche a Sassari. Così per il non doversi procedere per particolare tenuità del fatto.
L’obbligo dell’esercizio dell’azione penale entro tre mesi dalla scadenza delle indagini causerà "una maggior concentrazione di dibattimenti nel medesimo periodo che i Tribunali, con l’attuale organico, saranno difficilmente in grado di sostenere".
Per il processo a distanza ci sono poche aule attrezzate. A Cagliari e Oristano la messa alla prova e l’ampia depenalizzazione contribuiscono a riduzione il carico di lavoro.
Nel capoluogo, nell’ufficio gip le pendenze sono passate da 7.693 a 6.307 con la definizione di 12.246 procedimenti a fronte di 10.860 nuovi processi.
I MINORENNI - Per quanto riguarda gli arrivi di minorenni stranieri, sono diminuiti: nel secondo semestre 2017 ne sono giunti 214, nel primo semestre del 2018 solo 2. Non è preoccupante la criminalità minorile nel territorio.
"Numerose denunce terminano con pronunce di irrilevanza del fatto, perdono giudiziale o estinzione del reato per buon esito della messa alla prova".
I REATI - Infine, i reati più frequenti: sono quelli contro il patrimonio e legati allo spaccio. Aumentano i reatiti contro la pubblica amministrazione: 1.032.
Stabili gli omicidi volontari: 30 nuovi procedimenti, 18 contro noti (2 femminicidi), avvenuti "in aree urbane emarginate, con al centro la famiglia che vive i drammi della tossicodipendenza dei figli, o nelle aree agropastorali".
Crescono lievemente i reati per omicidio e lesioni da infortunio sul lavoro o da incidente stradale: 114. "L’inasprimento delle pene non sembra avere svolto una efficace funzione deterrente".
Calano gli infortuni sul lavoro negli stabilimenti industriali; ancora numerosi quelli, anche mortali, in edilizia e in ambiente agricolo.
DELITTI A SFONDO SESSUALE - In aumento i delitti contro la libertà sessuale, di stalking e pedopornografia: 437 procedimenti, di cui 277 per atti persecutori. Aumentano i procedimenti legati alla conflittualità familiare, come i maltrattamenti, "spesso in contesti di disagio economico e sociale non di rado condizionati da abuso di alcool e droghe".
Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e dell’allontanamento dalla casa familiare “è limitata nel tempo e non scongiura del tutto il rischio di recidiva.
Quando mancano tutele non è raro che la vittima riprenda la convivenza con il familiare autore del reato, innescando meccanismi di reiterazione delle violenze. A volte la donna non denuncia per timore delle conseguenze per i minori o sé stesse".
FURTI E RAPINE - Numerosi i reati contro il patrimonio, in particolare usura, rapina, estorsione e furto in abitazione: pendono 8.348 procedimenti.
Le rapine sono state 324 contro 275 dell'anno precedente. Sempre più spesso contro istituti di credito, uffici postali, centri commerciali e supermercati e "quasi sempre riferibili a giovani contro anziani aggrediti nelle loro abitazioni, spesso di notte, e depredati delle pensioni custodite in casa".
Il fenomeno delle rapine ai furgoni blindati degli istituti di vigilanza sono "certamente fonti principali di un’accumulazione che prelude a investimenti importanti soprattutto nel settore del traffico di droga".
In leggero calo i furti in abitazione, in alcuni casi riferibili a gruppi di stranieri provenienti dall’Est europeo e a nomadi.
ESTORSIONI E USURA - In aumento le estorsioni, stabile il numero dei procedimenti per usura.
In calo i delitti di falso in bilancio, in aumento quelli di bancarotta fraudolenta patrimoniale in parte collegati alla crisi economica. In calo anche i reati in materia di ambiente (rifiuti, edilizia, urbanistica).
STUPEFACENTI - La Sardegna "è uno snodo o un punto terminale di importanti traffici anche internazionali di sostanze stupefacenti".
Le inchieste "hanno evidenziato legami operativi tra gli organizzatori sardi del traffico e gruppi delinquenziali facenti capo alla ‘ndrangheta e alla camorra".
Esponenti della criminalità isolana entrano in contatto "con malavitosi continentali appartenenti a strutture criminali dedite al narcotraffico a livello nazionale e internazionale".
Però "al momento non si registrano significative infiltrazioni di queste entità criminali nel Distretto, anche se i rischi restano".
Sono stati “accertati rapporti tra trafficanti sardi con gruppi criminali albanesi e turchi, fornitori di eroina e derivati dell’oppio, e con trafficanti spagnoli e sudamericani, fornitori di cocaina. Di rilievo l’inchiesta su un folto gruppo criminale facente capo a un noto esponente del banditismo sardo e altri soggetti, estesa anche a diverse regioni del Centro Nord Italia, che ha permesso di permesso di individuare un canale di rifornimento di esplosivi e armi micidiali, anche da guerra, provenienti da una struttura militare del Veneto che per anni ha alimentato la criminalità organizzata in Sardegna e in altri territor"”.
PROSTITUZIONE - Rilevanti anche le attività investigative sulle organizzazioni che si occupano della tratta di donne africane finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
"La Sardegna rappresenta un punto di raccolta, smistamento e avviamento alla prostituzione, qui o altrove, di ragazze africane vittime di organizzazioni criminali. Il numero però è drasticamente diminuito: nel periodo in considerazione sono approdati nelle coste sarde 1.705 migranti, tutti algerini, estranei al fenomeno della tratta, ma a volte autori di scippi e rapine utili a trovare denaro per proseguire il viaggio verso altri Paesi europei; nessuno invece è arrivato con navi impegnate in operazioni di soccorso: nel periodo precedente erano stati 8.424".
TERRORISMO - Complessa "l’attività di indagine dell’antiterrorismo, in particolare di stampo islamista. La radicalizzazione a volte si è sviluppa in ambiente carcerario. La Sardegna è al centro di un triangolo ideale che unisce Spagna, Italia e Nord Africa e rappresenta un punto non solo terminale ma anche di snodo di traffici internazionali di stupefacenti".
"Si innesta in questo quadro l’attività di strutture criminali nigeriane, dedite anche alla tratta di esseri umani, che dispongono di canali di rifornimento in Africa, ma anche nell’Italia meridionale, e che possono disporre di notevoli risorse umane, in particolare di corrieri che, in cambio di compensi modesti e affrontando rischi enormi per la propria salute e per la stessa vita, accettano l’incarico di trasportare la droga dopo averla ingerita in ovuli".
LE CARCERI - Quindi la relazione ha toccato la situazione carceraria, definita "critica per il sovraffollamento, soprattutto se si considera la finalità rieducativa della pena: il reinserimento sociale del detenuto".
A Uta e Lanusei e nelle Case di reclusione di Oristano, Arbus e Isili al 30 giugno 2018 erano detenute 1.089 persone su un totale di 2.248 in Sardegna. Alta la percentuale di tossicodipendenti (circa il 30 per cento) e di detenuti con disturbi di rilevanza psichiatrica. A Tempio Pausania al 30 giugno scorso i reclusi erano 152, ad Alghero 134, a Nuoro 220, a Mamone 224 dei quali un buon numero extracomunitari e tossicodipendenti. A Mamone delle 122 unità di Polizia penitenziaria previste ne sono presenti 90.
IL RIEPILOGO DEI NUMERI - Nel dettaglio, in Appello a Cagliari pendono 1601 processi a fronte del 1701 dell’anno giudiziario precedente.
In Tribunale, a Cagliari 11.638 processi in corso (erano 13.216); a Lanusei 1807 (erano 2302); a Nuoro 4670 (erano 4774); a Oristano 2346 (erano 2050); a Sassari 8980 (erano 9259); a Tempio 12919 (erano 10707). Quindi si evidenzia un riduzione nel capoluogo, a Lanusei, Oristano e Sassari e un notevole incremento a Tempio.
A Cagliari si è prescritto il 9,6 per cento dei processi in Tribunale. Ben più grave la situazione a Sassari (19,4 per cento) e Nuoro (16,4), ma a Tempio i numeri sono allarmanti: 40,1 per cento di prescrizioni.
Nel periodo di studio (luglio 2017-giugno 2018) son state ordinate 2338 intercettazioni (telefoniche, ambientali e di altro tipo) per reati di tipo ordinario, 848 per inchieste antimafia e 98 per il terrorismo.
Nel settore civile a Cagliari sono stati definiti 20.991 processi ma ne restano da valutare ancora 28255.
IL PG NANNI - La procuratrice generale Angela Nanni, insediatasi un mese fa, sottolinea la generale "diminuzione di pendenze, grazie a magistrati e personale amministrativo".
Ma ci sono casi di "estrema difficoltà.
È necessario, aggiunge Nanni, "individuare i procedimenti più semplici da definire in tempi rapidi senza eccessivo aggravio per il magistrato e la sua segreteria.
Ai procedimenti complessi vanno riservati energie e tempi di lavorazione necessariamente più lunghi. Solo così è possibile conciliare una sana gestione dei ruoli, imprescindibile anche per l'efficienza degli uffici giudicanti".
I fascicoli "che rimangono nei cassetti costituiscono un aggravio di lavoro incredibile".
La "flessione nelle iscrizioni è dovuta in parte alle depenalizzazioni, ma nei reati di facile definizione: non c'è una corrispondente riduzione dei reati più gravi e di maggior allarme sociale".
E potrebbe anche trattarsi di una riduzione legata "a un sentimento di sfiducia dei cittadini sul sistema giudiziario".
Le recenti riforme "nel settore penale, segnale positivo, non hanno inciso in modo significativo: abrogazione e depenalizzazione dei reati, la particolare tenuità del fatto, la messa alla prova".
Da un lato, i delitti contro "la pubblica a amministrazione, in particolare il peculato, la corruzione e concussione; stabili gli omicidi volontari; crescono pedofilia e pedopornografia, i reati contro la libertà sessuale, gli stalking, i conflitti familiari, le rapine".
Il numero crescente però può essere legato "all''incremento e approfondimento dell'attività investigativa, che porta alla soluzione di precedenti procedimenti archiviati per essere rimasti ignori gli autori dei fatti contestati o magari al prevalere delle denunce a carico di persone identificate a scapito di quelle contro ignoti.
Da segnalare il grande impegno delle forze dell'ordine".
EMERGENZA DROGA - Il fenomeno più rilevante è "il traffico di droga. La Sardegna per la sua posizione geografica è interessata da correnti di transito verso altre regioni e i Paesi del Nord Europa ma è anche area di destinazione e consumo.
Resta attivo il canale di matrice marocchina, con l'importazione di hascisc". Alcune zone nelle periferie cittadine "sono mercati a cielo aperto" di droga.
Ma "non sono presenti stabili infiltrazioni mafiose, non ci sono diffuse intimidazioni e l'assoggettamento di altre zone del territorio nazionale. Solo contatti operativi della criminalità locale con soggetti appartenenti a 'ndrangheta e camorra".
GLI ATTENTATI - Da ricordare invece "gli attentati contro i pubblici amministratori e rappresentati delle istituzioni, imprenditori e titolari di esercizi commerciali, spesso ascrivibili a una distorta ma consolidata interpretazione dei diritti del singolo o alla volontà di risolveredissidi privati e esprimere il malessere e il desiderio di vendetta. Serve risposta rapida e ferma e un contrasto in altri ambiti. Ad esempio nelle scuole e nei luoghi di lavoro".