«Hanno preso due caffè e verso le 13 sono andati via», racconta Micael Secci, titolare del locale di via XX Settembre che i due fidanzati morti a Cala Fighera frequentavano ogni giorno. «Erano sorridenti, tranquilli come sempre, ridevano e scherzavano».

Martedì era dunque un giorno come tanti, con le sue abitudini semplici e rassicuranti. Manola Mascia e Paolo Durzu avevano preso il loro solito caffè al Chic53 e nulla lasciava presagire la tragedia che li avrebbe portati via poche ore dopo.

Servizi TG: Edizione 21-03-2025 19:00

Anche la sera prima della disgrazia erano passati anche per un cappuccino, trattenendosi per un’ora prima di andare via. «Venivano quasi tutti i giorni», ricorda Secci, ancora incredulo.

Tra loro, assicura, c’era complicità e serenità. Manola amava quel tratto di costa cagliaritana, aspro e selvaggio. «Ci mancherà il momento selfie di Manu, lei amava farsi chiamare così, e il vocione di Paolo», dice con malinconia il barista.

Ora resta solo il ricordo di quei piccoli gesti quotidiani, di un’ultima tazzina di caffè prima che tutto cambiasse per sempre.

La testimonianza di Secci si innesta in un momento in cui tra le due famiglie dei giovani, distrutte dal dolore, i rapporti sono molto tesi. 

Video di mariangela Lampis 

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