La Digos ha raccolto una serie di elementi su Giovanni Paolo Chiama, il 18enne finito ai domiciliari venerdì mattina, che declinano «una pericolosa escalation criminale e di violenza che impongono una restrizione delle libertà personale», scrive il giudice. 

Il comandante Buren

Il giovane cagliaritano agiva nei vari canali di Telegram sotto lo pseudonimo di “Comandante Buren”. Tra le azioni ci sono state le minacce a una attivista di un collettivo giovanile comunista («Ci sarà alla manifestazione con dell’acido»), i danneggiamenti a delle auto, le minacce con un coltello a uomini africani: tutte prove per salire di livello. Fino a progettare un atto dimostrativo alla Caritas, la notte del 31 dicembre 2023, sventato dai poliziotti. 

I rischi

E dal tenore dei messaggi, «cresceva il rischio di un atto dimostrativo», viene evidenziato dalla gip. «Entro l’anno scolastico mi attiverò per preparare la bomba termobarica», ha scritto a un altro componente dei gruppi. Aggiungendo di voler «preparare ordigni a non finire» da piazzare «nelle scuole, università e questura». Il tutto condito da immagini, simboli e contatti con componenti delle associazioni suprematiste. Per portare avanti le ideologie basate sul potere bianco. Fino a cercare nuovi seguaci. Aveva recentemente agganciato una ragazza di 15 anni: «Sei una perfetta recluta, posso dire molto eccellente». Poi, venerdì, il blitz della Polizia.

Tutti i dettagli nell’articolo di Matteo Vercelli su L’Unione Sarda in edicola e sull'edizione digitale

© Riproduzione riservata