Sequestro di materiale pirotecnico, con valutazioni in corso per capire se potesse essere utilizzato per la fabbricazione di bombe carta. Sono gli sviluppi a seguito della perquisizione che la Digos ha svolto nella mattinata di mercoledì a casa di un militante antimilitarista e nell’Officina autogestita Kasteddu di Cagliari, dopo quanto avvenuto al corteo contro le esercitazioni e la guerra di sabato pomeriggio in piazza Matteotti.

Nella circostanza, un gruppetto di facinorosi (soltanto una minima parte dei presenti alla manifestazione) aveva fatto scoppiare dei tafferugli, nel tentativo di avvicinarsi alla nave militare Trieste ormeggiata in porto,  e un petardo era scoppiato vicino alle forze dell’ordine, con un agente leggermente ferito. L’indagine della Digos è sfociata nel sequestro di 4 fumogeni, 10 fuochi a mano per segnalazione nautica, 2 segnali di soccorso e altri prodotti pirotecnici che adesso la Procura sta cercando di esaminare.

Video di Roberto Murgia 

È indagato per questa vicenda un giovane di 30 anni, cagliaritano, difeso dall’avvocato Carlo Monaldi, che ha sollecitato l’incidente probatorio: non sarà un consulente della Procura distrettuale antiterrorismo a esaminare il materiale sequestrato, bensì un perito del giudice che determinerà se il materiale potesse essere utilizzato come un ordigno.

Il titolare dell’indagine è il  sostituto procuratore Emanuele Secci, della direzione antiterrorismo, e nasce a seguito del ferimento dell’agente.

Del blitz della Digos avevano dato notizia gli antimilitaristi di A Foras, che nella giornata di mercoledì avevano contestato l’attività degli inquirenti: «L'intento è quello di intimidire e reprimere chi prende parte ai momenti di piazza e di lotta contro la guerra e lo sfruttamento della nostra terra», avevano dichiarato. Questo lo si evince anche dal materiale sequestrato dall’Officina, come striscioni e altri materiali da corteo. In un periodo in cui stiamo assistendo a una grande esercitazione militare in Sardegna, il genocidio in Palestina non si arresta, il riarmo europeo è alle porte e i decreti sicurezza si fanno sempre più stringenti, lo Stato italiano continua nel suo storico ruolo di difensore della guerra e repressore del dissenso».

(Unioneonline)

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