Colonscopia in Sardegna, visita a maggio nel 2028: il video col Cup
Una colonscopia? A maggio del 2028. Prima, il servizio sanitario regionale non ha posto. Ecco la data annunciata dalle cortesi addette del centro unico di prenotazione regionale della Sardegna a una donna che aveva necessità di effettuare una visita, regolarmente prescritta: bisogna aspettare tre anni e mezzo. Anzi, qualcosa di più.
«Nel frattempo posso anche morire», ironizza – ma non troppo – l’aspirante paziente. Che, se vuole e se ha i mezzi economici, potrà rivolgersi a uno studio privato o affidarsi all’intramoenia: basta pagare. Anche se nel secondo caso a effettuare l’esame sarebbe lo stesso medico che si sarebbe incontrato versando solo il ticket. Ma fuori orario, quindi con prezzo maggiorato.
La cronaca della croniche attese in lista per chi vuole curarsi in Sardegna è confortata da un video: sono stati ripresi i vari tentativi di prenotazione effettuati questa mattina, 5 novembre.
Il telefono squilla. Prima risposta. L’operatrice non sente. La linea cade. Un minuto dopo, nuovo tentativo: dal Cup rilevano i primi dati, poi «signora, non la sento». E giù di nuovo.
Alla terza chiamata («ci scusi, abbiamo un problema alle linee, se cade richiami») si arriva alla conclusione: generalità, numero dell’impegnativa, richiesta di effettuare una colonscopia «nel territorio di Cagliari», che sarebbe abbastanza comodo. Risposta: «Signora, c’è disponibilità solo a maggio 2028». Ma c’è una possibilità: «Possiamo estendere la ricerca a tutta la Sardegna». Proposta che trova il via libera dalla paziente.
Pochi secondi di attesa, l’operatrice consulta il sistema. Niente: «Per tutta la Sardegna, signora, c’è posto solo a Cagliari. A maggio del 2028».
A che serve la colonscopia? Tra le altre funzioni, è uno strumento chiave nello screening per il cancro al colon. Se fatto per tempo, può evitare la morte. In tre anni e mezzo può succedere di tutto.