Gherras, ovvero “guerre”, non solo nel senso stretto del termine. È questo il titolo della nuova opera in lingua sarda di Giuseppe Corongiu, intellettuale, scrittore e storico attivista del movimento linguistico isolano.

Il volume, una raccolta di otto racconti, verrà presentato ufficialmente sabato 26 luglio a Carbonia. Il conflitto, in Gherras, è ovunque: nei campi di battaglia della storia e della fantascienza, ma anche nei salotti, nei bar, nelle famiglie, nei silenzi e nelle parole taciute.

Corongiu torna con una narrazione intensa e viscerale che affonda nel dolore collettivo e personale.

L’Isola – la Sardegna – diventa specchio di un mondo più vasto, scenario universale di una civiltà frantumata, dove le grandi narrazioni sono crollate e l’ipercomunicazione produce solitudine. Ma è proprio in questo vuoto che si innesta la forza della lingua sarda: strumento identitario, mezzo poetico, veicolo di resistenza e possibilità di salvezza.

Il libro – un’opera di narrativa ma anche un saggio esistenziale – affronta tematiche che spaziano dallo stupro di guerra alle distorsioni della geopolitica contemporanea, dalla cronaca dei conflitti in Medio Oriente ai mondi immaginari dominati dalla ricerca delle terre rare, fino al disincanto verso la politica locale e globale.

Racconti ambientati in un futuro opprimente, ma incredibilmente vicino, si alternano a scene di quotidianità che nascondono micro conflitti silenziosi ma devastanti. Il tutto narrato con una lingua sarda mai decorativa: viva, dinamica, colta, capace di affrontare l’orrore con profondità e persino ironia.

Lo stile di Corongiu non concede tregua. Ogni racconto è una sfida al lettore: a riconoscere il proprio riflesso nei personaggi, a misurarsi con le paure e i fallimenti, ma anche a cercare una via d’uscita.

C’è spazio per la catarsi, per la liberazione, per un futuro diverso. L’individuo, come l’isola, può salvarsi: non con soluzioni preconfezionate, ma con la consapevolezza e l’autenticità. Ogni parola in sardo diventa così una chiave per riaprire porte che sembravano sigillate: alla memoria, alla speranza, al senso stesso del vivere in comunità.

Giuseppe Corongiu, nato a Laconi nel 1965, non è nuovo a queste esplorazioni linguistiche e culturali. Ex giornalista, traduttore e dirigente pubblico, ha dedicato decenni alla promozione delle minoranze linguistiche, portando la causa sarda nel cuore dell’Europa.

Dopo Metropolitània e S’intelligèntzia de Elias, Gherras segna un ulteriore passo nella costruzione di una narrativa sarda contemporanea, capace di parlare il linguaggio del presente e di quello che verrà.

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