Gli scrittori Giovannino Guareschi, Tonino Guerra e Mario Rigoni Stern, il regista Luciano Salce, gli attori Raffaele Pisu e Gianrico Tedeschi, il futuro segretario del Pci Alessandro Natta, il giornalista e politico Antonio Cederna. Questi sono alcuni dei nomi illustri tra i circa 650 mila soldati italiani che, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, furono disarmati dagli ex alleati tedeschi, fatti prigionieri e deportati in Germania e in altre zone controllate da Hitler, per aver rifiutato di continuare a combattere assieme ai tedeschi o con i fascisti della Repubblica di Salò.

Domani alle 9 ll’aula magna dell’Ateneo di Sassari ospita il convegno internazionale “Lavoratori civili, internati militari, detenuti comuni come manodopera coatta per il Terzo Reich”. Gli internati militari italiani vennero soprannominati "gli schiavi di Hitler". Lavorarono in fabbriche, miniere, laboratori, fattorie e ogni altro tipo di attività produttiva; lavorarono come operai, braccianti, manovali; furono costretti a scavare trincee, rimuovere macerie, ripristinare snodi ferroviari bombardati. Lavorarono in aziende controllate direttamente dalla Wehrmacht, ma anche in tante ditte private.

Dal 1943 al 1945 oltre quarantamila morirono per le dure condizioni di prigionia, in baracche sovraffollate e gelide, logorati dagli stenti, dalla fame, dalle malattie (la sporcizia e la conseguente infestazione di cimici e pidocchi portò allo scoppio di epidemie di tifo e tubercolosi), dal freddo (mantennero per mesi le divise estive con le quali erano stati catturati), ma anche per sommarie uccisioni.

Molte famiglie sarde custodiscono storie di IMI, finora troppo spesso sconosciute, eppure importanti per la ricostruzione della nostra identità. La ricognizione e valorizzazione di queste storie fa parte del progetto di Ammentos Archivio memorialistico della Sardegna.

Il progetto molto articolato, oltre al convegno, prevede una ricerca scientifica e una mostra didattica, promossa dall'ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione e loro familiari), con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Università degli Studi di Sassari, della Repubblica Federale di Germania, del Fondo Italo-Tedesco per il futuro,  e realizzato, col sostegno della Fondazione di Sardegna,  in collaborazione con Ammentos Archivio memorialistico della Sardegna.

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