La lezione “frontale”, quella dalla cattedra, a volte non basta. E allora, per capire che cosa può succedere se il mondo viene invaso dalla plastica, bisogna “toccare con mano”.

È quanto sostiene l’artista e docente sardo originario di Sindia, Nicola Mette, che con un gruppo di studenti lombardi, la prima G della scuola Martiri della Libertà di Sesto San Giovanni, nel milanese, ha dato vita alla performance “Monouso”, con il coinvolgimento dell'associazione Plastic free.

Intenso il lavoro di preparazione, con la giornata clou che prevede l'allestimento di un'aula piena di plastica con bottiglie, contenitori, sacchetti di merendine che le famiglie dei ragazzi hanno raccolto in un'intera settimana, simulando un’isola di plastica nell’oceano e la plastica sparsa nell’intero pianeta.

Ci saranno quattro gruppi di lavoro: il primo nuoterà all’interno della plastica sia con salvagenti e sia a corpo libero, il secondo giocherà con paletta e secchiello, il terzo gruppo starà fermo sommerso dalla plastica e infine, il quarto gruppo, terrà in bocca un pezzo di plastica .

L’artista, insegnante e performer, sarà all’interno di un sacco di plastica trasparente e simulerà i pesci e le tartarughe, incastrate all’interno di buste e completamente legate da corde e reti.

(Unioneonline/v.l.)

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