Al tramonto bisogna rincasare. Quando è sera non si fa rumore. E, di notte, silenzio! si dorme e non si parla, per non infastidire o far arrabbiare qualcuno. 

Tutti, da piccoli, abbiamo sentito queste raccomandazioni da genitori e parenti adulti. E, nell’immenso patrimonio del folklore e delle leggende della Sardegna, quel qualcuno da non far adirare facendo chiasso nelle ore notturne ha un nome preciso: Tziu Masedu.

In tante vecchie storie di paese si narra di questo personaggio oscuro, descritto come un anziano particolarmente scorbutico e facile all’ira. Ma, raccontano quelle stesse storie, ciò che scatena la sua rabbia più funesta è proprio essere disturbato o, peggio, svegliato durante il sonno notturno.

Chi si permette di rovinargli il sonno incorre nella sua vendetta. In particolare i bambini troppo irrequieti e fracassoni, a cui Tziu Masedu riserva tremende sgridate e punizioni esemplari.

Una leggenda evidentemente nata, come molte altre, per spaventare i più piccoli e per dissuaderli dal fare troppi capricci al momento di andare a letto e dal disturbare la quiete e il riposo dei più grandi dopo una giornata di lavoro. 

Quella di Tziu Masedu non è l’unica storia della tradizione popolare sarda che vede come protagonista un essere inquietante legato alla notte. Un altro racconto “spaventoso” è quello di S’Ammutadori, lo spirito malvagio, che vive proprio di notte vive, nutrendosi del sonno dei malcapitati che ricevono la sua visita e che è in grado di trasformare i sogni dei più piccoli in incubi terribili.

Per evitare il peggio, però, la tradizione consiglia di lasciare a un capo del letto uno degli abiti che si è indossato durante il giorno oppure di recitare un apposito scongiuro prima di coricarsi.

(Unioneonline/l.f.)

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