Nell'oscura notte dei defunti a Bonarcado si aggira ancora una figura tenebrosa che incute un po’ di timore, soprattutto ai bambini discoli, ma è buona e con il cuore grande. E' Maria Pantaloru, figura leggendaria un po' lugubre che ancora vive nella memoria storica della popolazione. Fino a qualche decennio fa, girava nell’oscurità delle sere autunnali per le case bonarcadesi a fare la questua di un po’ di cibo per le anime defunte.

Anche domani sera 1 novembre Maria Pantaloru si aggirerà per il centro storico per invocare la grazia alle anime del Purgatorio: saranno le ragazze della Pro Loco, che hanno rispolverato questo antico rituale,  a impersonarla e andranno di casa in casa, accompagnate dai bambini, recitando “Faghie bene po sas animas de su prugadoriu”.

Secondo la memoria popolare Maria Pantaloru veniva impersonata da alcune anziane vestite a lutto che, solitarie, andavano di casa in casa annunciandosi con il suono di un campanellino, sa sonazza. Chiedevano cibo “po sas animas de su Prugadoriu”. Le famiglie le accoglievano in casa e donavano frutti di stagione e pabassinos per ingraziarsi la pace dei defunti. I bimbi erano un po' intimoriti dall’arrivo di Maria che poteva significare una pena da scontare per le monellerie compiute durante l’anno, i genitori infatti ammonivano: “si no faese a bonu, zirrio a Maria Pantaloru”.

Altro rituale riesumato dall’oblio è il rintocco a morto delle campane di San Sebastiano, triste e mesto che risuonava la sera del primo novembre fino alle prime ore del giorno della commemorazione dei defunti. I ragazzi insieme ai chierichetti, si riunivano sotto le scale del campanile di San Sebastiano, in compagnia di alcuni adulti, e porgevano da mangiare “sos maccarrones cun bagna” a chi, per tutta la notte, suonava le campane a lutto.

L’evento è organizzato dalla Pro Loco bonarcadese con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Bonarcado.

© Riproduzione riservata