Da piccolo erano sogni. "Poi, piano piano, ho capito che potevano diventare obiettivi".

Parola di Nicolò Barella, intervistato su Dazn in vista del match di sabato sera dell'Inter sul campo del Torino: "Sognavo di diventare un calciatore, di esordire in serie A con la maglia del Cagliari, di giocare cento partite con il Cagliari, di indossare la fascia capitano. E di giocare in una grande squadra: ora, qui all'Inter, penso di esserci arrivato".

Li ha realizzati tutti quei sogni Nicolò, che è anche tra i protagonisti dell'ottimo inizio di stagione all'Inter, fresco di gol capolavoro valso la vittoria contro il Verona, oltre alla rete in azzurro contro l'Armenia.

"Quello del calciatore prima che un lavoro è una passione, tramandatami da mio padre. Poi, ovviamente, è il lavoro più bello del mondo, e più è impegnativo più è bello andare avanti. L'emozione di entrare nello stadio, sentire l'affetto della gente, il pubblico che intona il tuo nome. Sono parti di un mestiere bellissimo".

Il gol contro l'Hellas? Una liberazione: "Quello in Champions contro lo Slavia Praga non me l'ero goduto fino in fondo perché era una partita complicata e non siamo riusciti a vincere. Contro il Verona è stata un'autentica liberazione, sono stato felicissimo di regalare una vittoria alla squadra".

Il centrocampista della Nazionale ha poi parlato di uno dei suoi colpi preferiti. E c'è da stupirsi, anche se conoscendolo calcisticamente si poteva anche prevedere: "Mi esalto sempre per le scivolate: quando recupero il pallone e sento il boato dello stadio sono felicissimo. Il mio calcio? È molto d'istinto, ma lavoro tutti i giorni per imparare, l'aiuto del mister e dei campioni che giocano nell'Inter è fondamentale".

Lasciare Cagliari? "Per me è stato uno step importante, qui sono contento di poter dimostrare quanto valgo: sono venuto qui perché è una società importante con uno dei migliori allenatori al mondo, ci sono tanti campioni e vogliamo costruire qualcosa d'importante".

(Unioneonline/L)
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