L'elicottero che trasportava Kobe Bryant, la figlia Gianna e altre sette persone non sarebbe mai dovuto partire.

Questo quanto sembra emergere dalle prime indagini della National Trasportation Safety Board e dell'Fba sulla tragica morte della leggenda Nba e di tutti gli altri passeggeri del Sikorsky S-76, l'elicottero privato del cestista americano.

Domenica la nebbia sulle colline di Calabasas (California) era talmente fitta da aver costretto la polizia a lasciare a terra tutti gli apparecchi, ma Kobe aveva ottenuto un permesso chiamato "Special Visula Flight Rules" per poter raggiungere la Mamba Sports Academy dove si sarebbe dovuto svolgere un match della figlia.

A bordo - oltre l'ex stella dei Lakers e la 13enne - c'erano il 56enne tecnico dell'Orange Coast College di baseball John Altobelli, la figlia Alyssa e la moglie Keri. Gianna e Alyssa erano compagne di squadra.

Le indagini proseguono serratissime, mentre i Lakers - la squadra in cui Bryant ha militato - hanno rinviato il match previsto per oggi allo Staples Center (Los Angeles) contro i Clippers.

Sui social i messaggi per Bryant ormai non si contano più, ma tra tutti spicca quello dell'amico (e collega) Lebron James: "Non sono pronto, ma ci provo. Sono qui seduto che cerco di scrivere qualcosa di sensato per questo post, ma appena ci provo mi metto a piangere pensate a te e alla mia nipotina Gigi. Ho letteralmente sentito la tua voce domenica mattina prima della nostra partenza per Philadelphia per tornare da LA. Non avrei mai immaginato che sarebbe stata la nostra ultima conversazione. Ho il cuore spezzato e sono devastato fratello mio. Ti prometto che porterò avanti la tua eredità: dammi la forza dall'alto e prenditi cura di me".

(Unioneonline/M)
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