Luigi Di Maio lancia l'aut aut, il Pd si infuria e torna a Palazzo Chigi assieme a una delegazione 5 Stelle.

Un incontro "già previsto" si affrettano a comunicare le due parti, ma restano convulse le ore dopo il discorso al vetriolo pronunciato dal leader pentastellato all'uscita dal colloquio con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, incaricato di sondare le condizioni della possibile nuova maggioranza M5s-Pd.

I Cinque Stelle sono stati gli ultimi ad essere ascoltati da Conte nel giorno più importante delle consultazioni: "Questo non è il momento delle polemiche e degli attacchi - ha esordito Di Maio -. Questo è il momento del coraggio. E ne servirà tanto per cambiare questo Paese".

"Oggi il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte potrebbe dar vita a un Conte bis. Uso il condizionale - la stoccata - perché in qualità di capo politico del M5S sono stato e siamo stati molto chiari: o siamo d'accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti. Non è questo l'approccio del Movimento, non è nei nostri valori guardare a un governo solo per vivacchiare".

LA REAZIONE PD - Parole durissime che hanno scatenato l'ira del Pd: "Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio - ha twittato immediatamente Andrea Orlando -. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza". "I democratici - gli ha fatto eco il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio - sono impegnati a sostenere lealmente lo sforzo del presidente Conte. Questo sforzo da solo ha già fatto recuperare fiducia nell'Italia. Gli ultimatum di Di Maio al presidente incaricato sono davvero inaccettabili". Per Maria Elena Boschi si è trattato di "minacce irricevibili".

Definitivo il tweet del segretario Pd Nicola Zingaretti: "Patti chiari, amicizia lunga. Stiamo lavorando con serietà per dare un nuovo Governo all’Italia, per una svolta europeista, sociale e verde. Ma basta con gli ultimatum inaccettabili o non si va da nessuna parte".

I VENTI PUNTI - Il pentastellato ha consegnato a Conte un programma di governo in 20 punti "imprescindibili", tra lo stop all'aumento dell'Iva, il no alla patrimoniale e la necessità di una procedura d'emergenza per la redistribuzione dei migranti negli altri Paesi europei. Proprio sui migranti Di Maio ha risposto in modo secco alla richiesta di rivedere i decreti sicurezza pronunciata poco prima da Nicola Zingaretti: non ha "alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno assolutamente tenute in considerazione le autorevoli osservazioni del Capo dello Stato a quei decreti, ma senza volerne rivedere la ratio, né tanto meno le linee di principio".

IL CENTRODESTRA - "Di Maio in piena trance agonistica da poltrone - ha commentato Giorgia Meloni -. Finge un irrigidimento sul Governo Conte bis per provare a strappare nella trattativa qualche altro strapuntino. Neanche Scilipoti".

IL POST SUL BLOG - A rendere la situazione ancora più tesa un post del Blog delle Stelle, che ribadisce la necessità del ricorso al voto su Rousseau: "Il voto degli iscritti del MoVimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau conta. Non è un vezzo, ma uno strumento che la nostra comunità politica si è dato per far arrivare nelle istituzioni la voce dei cittadini".

(Unioneonline/D)

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