Matteo Salvini pressa. Ha fretta e vuole andare subito al voto. Ha aperto una crisi in piena estate, e chiede che il Parlamento sfiduci il governo Conte prima di Ferragosto, come ha ribadito più volte anche oggi.

Il leader della Lega teme le possibili manovre del Colle, e soprattutto quelle di Pd e 5 Stelle, che hanno avviato i contatti. Teme uno sgambetto, ancor più dopo i retroscena su un tentativo di Matteo Renzi di dar vita a un governo di transizione che faccia tre o quattro cose, compreso taglio dei parlamentari e manovra, prima di portare il Paese al voto.

La paura è cresciuta in questa nuova giornata del suo beach party nel corso della quale, mentre il vicepremier si divideva tra i bagni di folla e le contestazioni sulle spiagge della Basilicata e della Calabria, rompeva il silenzio Beppe Grillo. Per definirlo un "tamarro", per dire che "libererà il Paese dai nuovi barbari". E, soprattutto, per precisare: "Altro che voto: se dobbiamo fare dei cambiamenti, facciamoli subito".

Grida all'inciucio, il leghista: "Inorridisco al pensiero di un governo Grillo - Renzi", dice.

L'ex premier del Pd, dal canto suo, nega: "Non faccio accordicchi segreti", ma secondo le indiscrezioni è proprio la sua area ad aver avviato i contatti informali con Luigi Di Maio.

In serata è intervenuto anche Roberto Fico, per ricordare al vicepremier che "solo i presidenti di Camera e Senato convocano le Camere. Nessun altro".

Di Maio invece si ributta sull'antipolitica, annunciando l'avvio della raccolta firme tra i parlamentari per mettere all'ordine del giorno dell'Aula il taglio dei parlamentari. "L'importante è farlo - dice - se poi ci appoggiano Lega, Pd, Forza Italia, non ci interessa". Attacca su Autostrade: sul blog delle Stelle si legge che dopo l'avvio della crisi "ha guadagnato milioni in Borsa" grazie a Salvini.

Quella dell'"inciucio" resta tuttavia una semplice ipotesi. Nulla di più.

Mancano ancora elementi concreti per poterne parlare. Ma in Parlamento i giochi non sono chiusi, e più si fa tardi sulla sfiducia a Conte, più Mattarella potrebbe essere tentato da una soluzione alternativa a quella del voto immediato. Anche perché c'è una manovra da fare, con l'aumento dell'Iva che va scongiurato.

Lunedì il giorno della verità, in cui saranno stabiliti il percorso e i tempi della crisi. Si riuniranno i capigruppo per decidere il giorno in cui votare la mozione di sfiducia a Conte. Con il Pd che pressa: "Votare prima la mozione che abbiamo presentato contro il ministro Salvini".

Lui, il leader della Lega, lascia intendere di essere disposto a fare un passo indietro dal Viminale. Per via dei tanti attacchi di chi ritiene inopportuno che un leader politico gestisca le fasi del voto da ministro degli Interni: "L'importante - dice - è che le elezioni ci siano. Poi se le gestisce qualcun altro sono pure più contento perché avrò più tempo per la campagna elettorale".

L'importante, insomma, è andare a votare subito. Senza sgambetti. Anche perché gli unici a volere davvero le elezioni sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

(Unioneonline/L)
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