Due ore di arringa, per cercare di convincere il giudice come Ettore Sini, che sentiva continuamente la sua ex Romina Meloni via messaggio, quel 31 marzo dell'anno scorso ha agito perché era in preda ad una tempesta emotiva. Non solo, il giorno del femminicidio non partì armato da Ozieri con l'intenzione di andare a Nuoro per vendicarsi della sua ex e del suo nuovo compagno, ma quell'arma la portava con se perché gli serviva ad abbattere un asino. Ma Sini non si fermò in campagna e si diresse in via Napoli a Nuoro, dove uccise Romina.

Sono alcuni degli argomenti su cui ha puntato nella sua arringa l'avvocato Lorenzo Soro, uno dei difensori dell'ex guardia penitenziaria questa mattina davanti al giudice del tribunale di Nuoro nel processo per il femminicidio della sua ex, Romina Meloni, la 49 enne di Ozieri uccisa il 31 marzo a colpi di pistola in un appartamento di Nuoro, e del tentato omicidio del nuovo compagno della donna, Gabriele Fois.

Argomenti utilizzati per spiegare che non ci fu premeditazione. Spazio ora all'altro difensore dell'imputato, l'avvocato Pasquale Ramazzotti. La sentenza è attesa nel pomeriggio.

Romina Meloni, 49enne di Ozieri era stata uccisa il 31 marzo a colpi di pistola in un appartamento di Nuoro.

Per Ettore Sini, la guardia penitenziaria accusata del femminicidio della sua ex, nelle settimane scorse i pm Riccardo Belfiori e Ireno Satta avevano chiesto l’ergastolo, richieste a cui si erano associati gli avvocati di parte civile.
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